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Dopo il can-can mediatico suscitato dallo sciopero del 30 agosto a Eataly Firenze, il primo nella catena fondata da Oscar Farinetti, arriva la risposta ufficiale dell’ad Francesco Farinetti: “numeri falsi, in 3 a scioperare, noi creiamo lavoro”

Dopo il can-can mediatico suscitato dallo sciopero del 30 agosto a Eataly Firenze (la news è stata riportata anche da Winenews), il primo in uno store della catena fondata da Oscar Farinetti, arriva la risposta ufficiale del gruppo, che ribatte punto per punto ai contestatori, firmata dall’ad Francesco Farinetti, che riceviamo e volentieri pubblichiamo:
1 - Abbiamo rispetto per chi protesta e sciopera come di chiunque la pensi diversamente da noi.
Però:
2 - Non ci si può firmare “i lavoratori di Eataly Firenze” quando a scioperare sono in 3 su 97 lavoratori. Per correttezza si firma “3 lavoratori di Eataly Firenze”, magari con nome e cognome.
3 - Non si può dire che si vuole “aiutare i colleghi e amici” cioè i compagni o ex compagni di lavoro e poi invitare pubblicamente i clienti a “non comprare più da Eataly”, perché senza i clienti non ci sarà più il posto di lavoro per i colleghi, i quali sono il 97% mentre chi ha scioperato è il 3%.
4 - Vero che il numero dei lavoratori di Eataly Firenze, dall’apertura a oggi, è diminuito, ma sono stati scritti numeri falsi.
Non vero che erano 120 e oggi sono il 50%, cioè 60. I numeri veri sono: partenza con 131, oggi 97, -26%. Il fatto e che siamo partiti nel Natale e poi il lavoro è diminuito. Quindi purtroppo non abbiamo potuto confermare tutti. Ma questo e fisiologico. Purtroppo abbiamo dovuto scegliere quelli che secondo noi erano i migliori. Per carità, magari commettendo errori, può succedere, ma di sicuro mai in cattiva fede. Ora però siamo pronti a confermare, come abbiamo sempre detto, entro un anno dall’apertura tutti quelli che vorranno stare con Eataly e dimostreranno di volerlo fare. E poi speriamo di poterne assumere altri, negli anni a venire. La voglia di lavorare non ci manca, neppure la capacità di riconoscere dove abbiamo sbagliato, infatti stiamo mettendo in atto cambiamenti importanti che, speriamo, porteranno a incrementi.
5 - veramente falso e cattivo parlare di “sfruttamento”, di “oppressione psicologica”. Questo modo di descrivere Eataly come un lager è pura invenzione, infatti a dirlo sono poche unità su migliaia di lavoratori di Eataly in tutta Italia. Il problema è che questi lo “urlano” e poiché viviamo in un Paese dove purtroppo spesso l’opinione prevale sulla verità, questo danneggia ingiustamente l’azienda e in primis i lavoratori. Pensate cosa succederebbe se i clienti seguissero l’insulso consiglio a boicottare Eataly, sostenendo nel contempo che gli stanno a cuore i posti di lavoro.
6 - Ogni giorno migliaia di lavoratori (Eataly ha creato oltre 4.000 posti di lavoro in 7 anni e mezzo in Italia e all’estero) vanno a lavorare negli Eataly volentieri.
Perché da Eataly si sta bene.
Perché gli stipendi (che, purtroppo, come tutti in Italia non sono all’altezza di chi ci mette impegno) sono migliori della media del settore .
Perché a tutti è offerto un pasto negli stessi ristorantini dei clienti anche se non dovuto.
Perché alla quasi totalità degli assunti da più di un anno viene pagata la 15esima, anche se non dovuta.
Perché ce la mettiamo tutta a creare un ambiente sereno e cordiale.
Il contrario da quanto descritto da queste poche unità
Francesco Farinetti - ad Eataly

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