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In Italia si consumano meno di 400 gr di frutta e verdura (sotto soglia Oms), con gli acquisti a -20% con la crisi e un 2014 che non va (-2,5% in volume, -6% in valore). Ma il settore vale 11 miliardi di euro. Il futuro a “MacFrut” (Cesena, da oggi)

Non Solo Vino
Macfrut, a Cesena: di scena la frutta e verdura italiana

In Italia, nel 2014, si consumano meno dei 400 grammi a persona di frutta e verdura raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con gli acquisti crollati di oltre il 20% negli anni della crisi (dati Coldiretti), e un 2014 che non va (-2,5% in volume e -6% in valore gli acquisti al dettaglio nei primi 6 mesi secondo l’Osservatorio Macfrut-GfK). Se non bastasse, dopo la crisi della frutta estiva, è arrivato anche l’embargo della Russia, che ha duramente colpito il settore: l’Italia esporta per un valore di 700 milioni di euro, di cui l’ortofrutta rappresenta il 10,5% (fonte: Agrinsieme). Ma l’ortofrutta resta un settore strategico per l’Italia: vale 11 miliardi di euro, ricorda il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina.
Un settore che per rilanciarsi, punta tutto sull’internazionalizzazione delle sue aziende, sull’export e sui mercati esteri, con particolare attenzione agli emergenti, accanto alla spinta all’innovazione. Ecco gli atout di “MacFrut”, edizione n. 31 del principale appuntamento italiano del settore, a Cesena Fiera da oggi al 26 settembre, dove si fa il punto sull’ortofrutta e sul suo futuro, con un occhio ovviamente all’Expo 2015 di Milano. Anno in cui sarà lanciato il nuovo concept fieristico Macfrut International, che coniugherà la tradizione dell’evento con le esigenze di modernizzazione imposte dall’evoluzione dei mercati e dalle nuove funzioni richieste agli eventi fieristici.
In vetrina, a “MacFrut”, ci sono i più importanti territori del Belpaese vocati all’ortofrutta, con un occhio anche oltreconfine, dalle realtà del Mediterraneo, all’Africa e alle Americhe, ed in programma ci sono convegni e focus sulle più importanti produzioni, ma anche sui “piccoli frutti”, incontri bilaterali tra imprese e delegazioni estere, con un occhio, ovviamente, all’Expo 2015 di Milano.
Tra i temi al centro della rassegna, i riflettori saranno puntati sul “World food and international technical reaserch forum” dedicato alle tecnologie ed ai nuovi modelli per una nutrizione corretta verso l’Expo 2015 di Milano (il forum è il progetto strategico con il quale la Regione Emilia-Romagna partecipa a Expo Milano 2015). Ma si parlerà anche di “Biodiversità in Italia e nel Mondo”, tracciabilità, web, salute, delle prospettive del settore in Italia, in Europa e a livello internazionale più in generale. Spazio anche all’innovazione di prodotto e di processo, con l’“Oscar MacFrut”, e alle visite tecniche con tappe nelle aziende dedicate ai “Piccoli frutti: lamponi, more, ribes, fragole rifiorenti” e al “Melograno”.
Quello ortofrutticolo, ha sottolineato il Ministro Maurizio Martina inaugurando la rassagna, “è un settore è strategico per l’agricoltura nazionale e per costruire un grande futuro” e per questo “stiamo lavorando al fianco delle imprese ortofrutticole italiane per costruire un progetto organico che faccia leva su diverse azioni. Deve esserci una strategia complessiva, le risorse che abbiamo a disposizione, sia comunitarie che nazionali, vanno concentrate per favorire la crescita. Le tre grandi questioni sono l’aggregazione, la promozione e la gestione delle crisi su questi punti vogliamo lavorare con istituzioni e soggetti della filiera”. Inoltre, ha proseguito il Ministro, “dobbiamo sviluppare il più possibile dinamiche esportative. Abbiamo lavorato molto in questi mesi su alcuni progetti di sistema per spingere sull’export agroalimentare e adesso dobbiamo perfezionare nella pratica alcune delle misure approvate nello Sblocca Italia: sono convinto che si possa fare un lavoro importante di valorizzazione del made in Italy”.
Guardando al mercato interno, ha puntualizzato Martina, “le famiglie italiane devono tornare a consumare frutta e verdura italiana: occorre dire ai cittadini italiani, alle famiglie, di fare più attenzione al consumo di frutta e verdura. Da qui a qualche settimana partirà una nuova edizione del programma “Frutta nelle scuole”. Questo sicuramente sarà un passaggio fondamentale, ma stiamo lavorando anche sulla promozione in campo nazionale. A metà agosto - ha concluso Martina - abbiamo fatto una riunione ad hoc con i produttori e con le associazioni per fare il punto anche sui consumi interni: una scommessa nuova che dobbiamo fare tutti: istituzioni e imprese insieme, perché nessuno ce la fa da solo”.
A lanciare l’allarme sulla crisi dei consumi del settore è la Coldiretti: “si tratta degli effetti della spirale recessiva tra deflazione e consumi iniziata dal 2007 che sta mettendo a rischio le imprese e la salute dei consumatori, in un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione. Nel 2013 gli acquisti familiari di prodotti ortofrutticoli sono scesi a 323 chili all’anno ma nel primo semestre del 2014 la discesa è proseguita con un ulteriore calo del 2% sullo stesso periodo 2013”. Gli effetti si fanno sentire sulla produzione agricola con i prezzi pagati al produttore che sono ben al di sotto dei costi di produzione, mettendo così a rischio il frutteto italiano che negli ultimi 30 anni si è ridotto del 28% ed oggi può contare su appena 321.000 ettari coltivati. Sul podio della frutta preferita dagli italiani nel tempo della crisi, conclude Coldiretti, salgono le mele seguite dalle arance e dalle banane ma sono apprezzate nell’ordine angurie, pere, pesche, clementine, meloni, limoni e uva.
Guardando oltreconfine, più di ogni altro il settore deve fare i conti con l’embrago russo che, sottolinea Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentari e Agci Agrital che alla rassegna promuovono il convegno “Oltre i confini. L’ortofrutta italiana in giro per il mondo”), “sta provocando ingenti danni diretti alle nostre produzioni, soprattutto agli ortofrutticoli, che sono prodotti deperibili, ma anche notevoli danni indiretti derivanti dal fatto che la merce non più collocata sul mercato russo si riversa su quello interno, determinando un eccesso di offerta che deprime le quotazioni. Si rende quindi necessaria, e questo è l’obiettivo del convegno, una riflessione sulle potenzialità dell’export ortofrutticolo italiano, sui vincoli e le opportunità presenti nei vari mercati, dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Corea del Nord al Brasile.
Un’occasione di confronto, che vedrà anche alcune testimonianze imprenditoriali, su come rafforzare la nostra presenza nei Paesi già raggiungibili e per chiedere alle istituzioni di sostenere le imprese ortofrutticole nell’obiettivo di eliminare le barriere tariffarie e non tariffarie che impediscono di arrivare in altri”. Il convegno sarà introdotto da un studio del Cso (Centro servizi ortofrutticoli) sulle opportunità per l’ortofrutta oltre i mercati europei e vedrà la presenza del vice Ministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero.
Info: www.macfrut.com

Focus - Osservatorio Macfrut-GFK: continua la crisi dei consumi di ortofrutta nel primo semestre 2014
Risultati deludenti per i consumi domestici di ortofrutta per il primo semestre 2014. Continua la conclamata erosione negli acquisti al dettaglio registrati dall’Osservatorio Macfrut-GfK: -2,5% a volume e -6,0% a valore per l’intero settore. La leva del prezzo utilizzata finora per tentare di far ripartire il volano dei consumi sta colpendo specialmente la macro categoria verdure, che presenta diminuzioni a volume del 3,6% e a valore dell’8,3%.
Leggermente più stabile la frutta che incassa solamente due punti percentuali di calo prezzi, registrando -1,3% a volume e -3,3% a va- lore. Rispetto al primo semestre del 2010 la spesa di frutta e verdura degli italiani è calata di circa il 7,6% sia nell’indotto che nelle quantità mosse. Entrando nello specifico, il calo in quantità della macro categoria frutta è da imputare particolarmente alla pessima annata degli agrumi che costituiscono circa il 40% del totale: arance -2,6%, clementine/mandaranci -4,9%, limoni -2,9%, mandarini -4,7% e pompelmi -2,1%. I piccoli frutti hanno invertito il loro trend positivo con le ciliegie, che hanno perso ben il 13,5% a volume e il 19,6% a valore, a causa di una stagione non favorevole e i frutti di bosco che hanno segnato dati negativi oltre la doppia cifra. A risollevare la situazione l’exploit della frutta esotica (+20,3% volume e +18,6% valore).
Per la verdura, le referenze che hanno maggiormente sofferto di deflazione, ossia del fenomeno del calo dei prezzi, sono state le insalate miste, le zucchine, le carote e i finocchi che hanno contribuito ad abbassare il valore al kg di quasi 5 punti percentuali rispetto al primo semestre 2013. Le diminuzioni a volume più considerevoli si sono registrate sulle patate con il -8,5% rispetto allo stesso periodo del 2013 e -22,5% rispetto al 2010. Un calo, questo, non certamente bilanciato da una crescita dei prezzi che porta anche l’indotto a calare dal 2013 del -6,8% e dal 2010 del -19%. Inoltre, anche le patate novelle, che stavano attraversando un quinquennio florido, hanno segnato valori negativi attorno al -5% nel 2014.

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