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Fotografare i cibi tutelati da Slow Food in tutto il mondo e i volti incontrati sul proprio cammino. Questa la “mission” della mostra fotografica “Terra Madre secondo Oliviero Toscani”, che sarà inaugurata domani a Torino (Piazza Carignano)

Non Solo Vino
Il presidente di Slow Food International Carlo Petrini e il fotografo e comunicatore Oliviero Toscani

Fotografare i cibi tutelati da Slow Food in tutto il mondo e i volti incontrati sul proprio cammino. Questa la “mission” della mostra fotografica “Terra Madre secondo Oliviero Toscani”, che sarà inaugurata, domani, a Torino (Piazza Carignano).

Nel corso del 2014 Toscani ha puntato il suo obiettivo sui Presìdi: “la fotografia è - spiega Toscani - un mezzo di comunicazione, è uno strumento che permette di documentare la realtà Il cibo, invece, è una necessità, qualcosa di atavico che appartiene alla genesi. La fotografia può essere uno dei modi per raccontarlo, per documentare il lavoro umano quotidiano. Per me il cibo è sacro, essenziale e il mangiare è un rito, una cerimonia. La fotografia non può che essere al suo servizio. I volti sono paesaggi umani e ognuno di essi ha una particolare bellezza. Insieme possono rappresentare un grande atlante antropologico, una grande fabbrica sociale, un lucido ritratto del tempo. Lo stesso vale per il cibo, che è espressione di libertà, diversità e umanità”.

La fotografia può anche svelare la profonda contraddizione del nostro sistema alimentare: una parte del mondo muore di fame, l’altra metà ha troppo cibo e lo spreca.

“Oggi il cibo è drogato - continua Toscani - la fotografia ha il dovere morale di raccontare questa contraddizione, di documentare il poco rispetto che hanno i paesi ricchi verso il cibo e, viceversa, le storie positive che ci sono dietro tanti prodotti. Non vedo l’ora di essere a Terra Madre. Sono eccitato e sicuro che sarà una grande esperienza. Slow Food ha fatto un lavoro incredibile, impegnandosi per una nuova cultura del cibo, che rispetti le materie prime e l’ambiente che ci circonda. Bisogna cominciare da qui, o meglio ricominciare. Perché una volta, ai tempi dei nonni, era o no tutto Slow Food?”.

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