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La nuova Pac rivoluziona il mondo dei tartufi, riconoscendoli come prodotto agricolo (ma il bianco potrebbe rimanere escluso). Recependo la normativa l’Italia, che finora lo considerava prodotto di lusso, dovrà abbassare la tassazione dal 20% al 10%

Non Solo Vino
Vittoria dei tartufai italiani in Ue

Vittoria per i tartufai: la nuova Pac (Politica Agricola Comune) rivoluziona il mondo dei tartufi, la preziosa trifola di cui l’Italia è un rinomato produttore sia per quanto riguarda il nero che il prelibato bianco. “Nella nuova Pac - ha detto all’Ansa Matteo Bartolini, presidente del Consiglio europeo dei giovani agricoltori (Ceja) - tutti i tartufi freschi sono riconosciuti come prodotto agricolo. Recependo questa innovazione normativa l’Italia si allinea al resto d’Europa, comprese Spagna e Francia che sono i nostri principali concorrenti. E questo ci aiuta nell’export”. Finora i tartufi in commercio, considerati in Italia un “prodotto di lusso” hanno avuto una tassazione del 20%, mentre col riconoscimento di prodotto agricolo la tassazione scende al 10%, come già avviene nei nostri Paesi concorrenti. E sempre fino a questo momento, non essendo l’Iva detraibile, alla fine era il cliente a pagare in più, un’Iva spesso evasa. In Italia sono coltivabili nelle apposite tartufaie tutte le tipologie di tartufo, ad eccezione del tartufo bianco pregiato. “Questo - a giudizio di Bartolini - potrebbe ancora rimanere non agricolo, in quanto non coltivabile, ma ancora trovato in natura dai cercatori con i loro cani”.

“In un periodo di crisi economica, anche per le casse dello Stato - ha sottolineato Bartolini - arriverà qualche introito in più. L’abbassamento della tassazione può stimolare l’emersione dal mercato nero, visto che oggi la tracciabilità finanziaria può contare solo sull’autofatturazione del commerciante. Il riconoscimento - secondo il presidente dei giovani agricoltori - potrebbe far partire uno sviluppo atteso in questo territorio, magari attraverso il riconoscimento della certificazione Igp. In generale, andrebbe a sostegno di aree rurali svantaggiate, se non spopolate dove oggi ci sono produzioni agricole di scarso valore. Sarebbe anzi uno strumento per l’avvio di tartufaie da parte di giovani che, grazie alla multifunzionalità agricola, potrebbe intraprendere questa attività con un investimento di 10.000 euro a ettaro, compresa la necessaria recinzione”.

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