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Dopo anni di stallo sul fronte buoni pasto, adesso l’Anseb può sperare nell’innalzamento del valore esentasse dei ticket grazie a due emendamenti alla legge di Stabilità, sottoscritti dal gruppo dei deputati Pd della Commissione Finanze della Camera

Dopo anni di stallo sul fronte buoni pasto, adesso l’Anseb - Associazione Nazionale degli Emettitori Buoni Pasto (aderente a Fipe-Confcommercio), può sperare nell’innalzamento del valore esentasse dei ticket-restaurant, grazie a due emendamenti alla legge di Stabilità, sottoscritti dall’intero gruppo dei deputati Pd della Commissione Finanze della Camera dei Deputati. Gli emendamenti presentati contemplano due possibilità: nel primo caso, si tratta di un aumento del valore esentasse fino a 7 euro del buono pasto in qualsiasi forma; nel secondo caso, l’aumento del valore esentasse è differenziato: si parla di 6 euro per il buono pasto in forma cartacea e di 7 euro per il buono pasto in forma elettronica.

È il primo passo del lungo iter parlamentare della legge, indispensabile però a veder realizzate le richieste avanzate da tutte le parti sociali coinvolte nel settore del buono pasto. “L’elevamento del tetto defiscalizzato - ha commentato il presidente di Anseb-Fipe, Franco Tumino - è una richiesta su cui si sta lavorando da molto tempo, in virtù del fatto che il valore esentasse è rimasto invariato dal 1998, e quindi non risulta più in alcun modo adatto a soddisfare le necessità di un pasto sul posto di lavoro. Apprezziamo vivamente l’impegno dell’on Marco Causi e degli altri parlamentari, che in modo così massiccio hanno voluto evidenziare il sostegno a una misura così importante per l’equità sociale e per sostenere la domanda interna”.

Sul tema dei buoni pasto, Anseb, insieme a Fipe, Confcommercio, Cgil, Cisl, Uil, cinque associazioni dei consumatori con capofila Cittadinanzattiva, ha organizzato un convegno rivolto a rappresentanti parlamentari e del Governo, da cui è emerso chiaramente come questo provvedimento stimoli positivamente i consumi, innalzi il potere d’acquisto dei lavoratori e influisca sempre positivamente sulla produttività aziendale, con un saldo positivo indotto addirittura sulle finanze pubbliche.

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