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Federvini e AssoDistil organizzano una serie di incontri nelle distillerie storiche per lanciare l’allarme sugli effetti delle tasse sull’alcol: colpiti soprattutto i prodotti simbolo del made in Italy, come grappa e amari, e i loro territori

AssoDistil e Federvini organizzano una serie di incontri in alcune distillerie storiche per lanciare l’allarme sugli effetti nefasti delle tasse sull’alcol: ad essere colpiti, infatti, sono soprattutto i prodotti simbolo del made in Italy, come grappa e amari, e i territori legati alle produzioni di eccellenza, anche perché, spiegano le due associazioni, “l’aumento delle accise “si beve” il territorio e le aziende che producono bevande alcoliche”. Gli imprenditori del settore sono stati già colpiti duramente da tre incrementi della fiscalità sull’alcol, a partire dall’ottobre 2013, in attesa del quarto previsto dal prossimo 1 gennaio 2015.
Obiettivo della mobilitazione è raccontare la crisi vista dalla base, ovvero da chi, tutti i giorni, lotta per garantirsi la sopravvivenza. Anche perché, come spiega Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil, secondo l’Osservatorio congiunturale Format sul terzo trimestre dell’anno, le aziende attribuiscono il calo del fatturato nell’80% dei casi alla crescita delle accise. Tre gli incontri previsti: il 17 novembre alla Distilleria Da Ponte (Treviso), il 21 alla Distilleria Vieux Moulin (Asti) e il 24 alle Distillerie Franciacorta (Brescia).
“Si respira un clima di sfiducia generalizzato anche perché l’aumento sarà scaricato soprattutto sui prezzi”, spiega Emaldi, che lancia un appello nei giorni dell’esame della Legge di Stabilità, affinché questo balzello, l’ennesimo sulle aziende del settore, sia scongiurato. Anche perché, “con gli incrementi di accisa sugli spiriti che raggiungeranno quota +30% a gennaio 2015 - osserva Sandro Boscaini, presidente di Federvini - l’impatto di questa manovra sul fronte occupazionale comporterebbe il taglio di oltre 6.700 posti di lavoro”.

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