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“Le leggi sulle frodi alimentari sono buone, ma non funzionano, perché il processo penale è un disastro”. Parola di Giancarlo Caselli, a capo del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare

“Le leggi in materia di frodi alimentari, di principio, sono ben congegnate. I problemi derivano dal loro funzionamento concreto, perché il processo penale, in Italia, è un disastro e la prescrizione incombe e spesso scatta per reati come questi, che non prevedono sanzioni pesanti”. Lo ha detto Giancarlo Caselli, presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, dall’apertura della sessione programmatica del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (Cncu) e delle Regioni n. 14, di scena oggi e domani a Venezia.

“Le frodi alimentari - ha spiegato il magistrato - sono un grande problema e cresce la domanda di giustizia: sia dei cittadini, preoccupati per il cibo sano e la loro salute, sia degli imprenditori onesti, che rispettano le regole e non vogliono essere penalizzati dal malaffare. I controlli in questo campo, in Italia, ci sono e funzionano bene, ma sono potenziabili e meglio ordinabili, facendo capo a diverse autorità. E anche la magistratura non ha ancora la specializzazione necessaria per affrontare al meglio il problema, tant’è che in molte parti d’Italia i reati agroalimentari non sono perseguiti o lo sono raramente: è per questo che ci vuole una riorganizzazione della risposta giudiziaria, creando anche da noi una struttura simile al pool de la santè francese. Anche a livello continentale - ha detto ancora Caselli - sta cambiando orientamento, visto che cresce la tendenza a regolare le materie agroalimentari privilegiando le produzioni di qualità e non ricercando soprattutto la quantità, come fatto in passato”.

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