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Sono la cucina di territorio e l’offerta gourmet a determinare il giudizio finale sulle migliori strutture alberghiere del Belpaese, messe in fila da un’indagine dell’Osservatorio Aifbm sulle recensioni degli ospiti di 100 hotel d’Italia

Presenza sul web, cucina del territorio, inclinazione verso l’offerta gourmet, apertura all’esterno, e gestione della ristorazione affidata a personale all’altezza, meglio se un food and beverage manager. Sono alcune delle caratteristiche ricorrenti nei dieci alberghi della Penisola, che spiccano nel monitoraggio promosso dall’Osservatorio Aifbm - Associazione Italiana Food & Beverage Manager, con la collaborazione di Res Hospitality Business Developers, che monitora 27.000 strutture ricettive, a seguito della rivelazione dei dati sulla qualità percepita dai clienti dei servizi di ristorazione e di ospitalità di 100 strutture alberghiere del Belpaese su cui sono stati espressi almeno 200 commenti in internet (ad eccezione di Madonna di Campiglio con almeno 100 commenti per location), per un totale di 250.000 recensioni analizzate.
La componente di ristorazione di un albergo non solo determina il giudizio complessivo su una struttura, ma talvolta ne supera la qualità in punteggio. In questo contesto, gli alberghi che hanno totalizzato il miglior score di reputazione da gennaio 2013 a luglio 2014 sono: Hotel Bertelli a Madonna di Campiglio (Trento); Hotel Aurora a Lezzeno (Como); Locanda La Piazza a Castellina in Chianti; Nu hotel a Milano; hotel Risorgimento a Lecce; Masseria Torre Maizza a Brindisi; Grand Hotel Sitea a Torino; Una hotel a Napoli; Hotel Centrale Palace a Palermo; Metropole hotel a Venezia.
In media la clientela degli alberghi con eccellenti risultati per i servizi di ristorazione è per il 75% internazionale, e in molti casi anche il numero di giudizi espressi sono riconducibili a ospiti esteri. Si conferma la grande tradizione dell’hotellerie italiana come “porta d’Italia”, un viatico per accedere all’immensa cultura enogastronomica del nostro Paese. Successo di consensi sembra essere pressoché garantito a quegli hotel che propongono ingredienti e cucina del territorio rivisitata in chiave gourmet. Piacciono molto, sia a viaggiatori italiani che stranieri, gli alberghi con spazi-ristorante all’aperto. Tra le tendenze emergenti nei giudizi 2014 il “Breakfast marketing”: alla prima colazione accede il 90% della clientela di tutti gli alberghi. Il breakfast può essere la prima impressione (oppure l’ultimo vissuto prima della partenza) su cui si forma il giudizio di un cliente in merito alla qualità della ristorazione. Parecchie decine di migliaia sono infatti i giudizi espressi sul petite déjeuner. Senz’altro il biglietto da visita per un albergo.
È poi sempre più frequente trovare una piccola carte o un menu degustazione all’interno dei bar d’hotel. Il bistrot o l’apericena alla milanese risolve anche problemi di servizio de-contestualizzando la domanda di ristorazione dai canonici orari. In seconda istanza, l’aperitivo è un link per le pubbliche relazione della struttura verso la città o il territorio. Gli alberghi delle città d’arte (Lecce, Palermo) o dei distretti con vocazione al turismo (Madonna di Campiglio e Lario), mostrano un livello di ristorazione alberghiera eccellente, quindi profittevole per l’albergatore. In questi contesti i bar o il ristorante di hotel non sono più, come si diceva in passato, locali dove si mangia e si beve “male a prezzi elevati”. Per contro, in altre città storiche, come per esempio Torino, risulta veramente esiguo il numero degli alberghi con una buona reputazione e con un gfod & beverage score rilevante. In questi casi la clientela preferisce rivolgersi alla larga proposta di ristoranti tradizionali offerta dal tessuto urbano.

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