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Il cibo come storia e cultura, memoria e gusto, concetto rituale e simbolo, incontro e integrazione: tra questi valori si snoda “Il cibo dell’anima”, il film-documentario di Piero Cannizzaro, che sarà proiettato, in anteprima, domani, a Milano

Il cibo come storia e cultura, memoria e gusto, concetto rituale e simbolo, incontro e integrazione: tra questi valori si snoda “Il cibo dell’anima”, il film-documentario di Piero Cannizzaro che sarà proiettato domani a Milano, nel ciclo di serate promosse dal “Centro Coscienza” sul tema “Il cibo e lo spreco, il cibo e il piacere, il cibo e la salute”.
“Il legame tra cibo e religioni è strettissimo, tanto che ne discendono regole alimentari molto differenti, e allora oggi quali scenari - spiegano i promotori dell’incontro - si aprono, in un mondo in cui le diverse culture sono vicinissime e a volte “costrette” a convivere. E forse il cibo può diventare strumento di dialogo e opportunità di costruzione di un linguaggio multiculturale”.
Il regista compie un viaggio lungo un anno tra la comunità Ebraica di Roma, quella Valdese della val Pellice (Piemonte), quella Islamica di Torino, dei Sick di Novellara (bassa padana tra le province di Parma e Reggio Emilia), il Convento Benedettino di Suore di Clausura in provincia di Macerata, il convento Buddista di Pomaia in provincia di Pisa, la comunità di Osho a Miasto. Un incontro di comunità e gruppi che si distinguono per scelte di fede, ma anche di laicità, per scelte di cibo strettamente collegati al credo religioso o più in generale alla spiritualità, a completamento del benessere dell’anima, nella scelta del giusto e corretto benessere fisico.
“I miei temi sono legati al concetto di identità, in senso lato. Sono riuscito - spiega Cannizzaro - ad assorbire la spiritualità che è l’incontro con l’altro, il diverso da noi, e il cibo, è il modo per mantenere viva la nostra storia. Conoscere piatti, consuetudini e regole alimentari può aiutare a capire meglio l’essenza delle diverse culture”.

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