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Il 31 marzo finisce il regime delle quote latte, ma gli “splafonatori” italiani devono ancora pagare 832 milioni di euro di multe. Intanto, il Ministro delle Politiche Agricole Martina ha presentato il nuovo logo “Latte 100% italiano”

Sul fronte latte la fine del regime delle quote, prevista per il 31 marzo 2015, è ancora sotto il
segno delle multe agli allevatori “splafonatori” che, però, come deliberato oggi a Bruxelles, potranno contare su una rateizzazione senza interessi del debito per un massimo di tre anni. Novità anche per i consumatori: le aziende del comparto lattiero-caseario potranno indicare sulle confezioni di latte fresco 100% italiano il luogo di mungitura sul territorio nazionale attraverso un logo promosso dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Intanto, “Agea ed Equitalia hanno già predisposto 1.405 cartelle esattoriali con interessi aggiornati al 31 dicembre 2014 che sono attualmente in fase di notifica agli interessati”, come ha annunciato Martina al question time alla Camera, facendo il punto sullo stato di riscossione delle multe non pagate da alcuni produttori per lo sforamento dei livelli assegnati.

La questione che riguarda le quote latte è iniziata nel lontano 1983, ed ora il prelievo sulle multe per le quote ancora da riscuotere, che secondo Coldiretti coinvolge solo una minoranza degli allevatori, “riguarda 14 periodi di riferimento - spiega Martina - a partire dalla campagna ‘95-96 fino alla campagna 2008-2009, mentre per i periodi successivi non si è più superata la quota, salvo verifica della campagna in corso. Su 2.305 milioni di euro di prelievo imputato, però, risultano esigibili 832 milioni di euro”. Secondo stime di Confagricoltura, invece, le multe che l’Italia dovrà pagare per lo sforamento della produzione di latte rispetto alle quote fissate dall’Ue per la campagna 2014-2015 dovrebbero ammontare tra i 30 e i 40 milioni di euro.

Nel pomeriggio, come detto, Martina ha presentato in una riunione con tutti i soggetti della filiera il nuovo logo “Latte 100% italiano”, un marchio chiaro e omogeneo per indicare la zona di mungitura del latte fresco con un’informazione ben identificabile da parte del consumatore, utilizzabile anche per il prodotto UHT italiano. Martina ha inserito il logo tra le azioni strategiche per accompagnare il settore dopo la fine del regime delle quote latte, perché, dopo la proposta del Fondo latte di qualità, con 110 milioni di euro nel triennio 2015-2017, e il piano straordinario per il latte 100% italiano “voglio ribadire - ha concluso Martina - l’impegno del governo tutto a favore del settore lattiero-caseario; ci sono in particolare degli interventi che stiamo predisponendo” anche in vista dello scenario della liberalizzazione del mercato, che prende il via da aprile.

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