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Sicurezza alimentare e miglioramento del profilo nutrizionale dei prodotti, l’industria del Belpaese ci investe oltre 2,6 miliardi di euro all’anno. Così il presidente Federalimentare Scordamaglia a “La Sanità in Italia, falsi miti e vere eccellenze”

“L’Italia vanta un’industria alimentare al top per severità e numerosità dei controlli di processo e di prodotto. Le importanti risorse investite costantemente dall’industria in innovazione ricerca e nuove tecnologie hanno permesso negli anni di ottenere prodotti alimentari sempre più buoni, sicuri, garantiti e con un ridotto impatto ambientale”. Così Luigi Scordamaglia, presidente Federalimentare, nel convegno “La Sanità in Italia, falsi miti e vere eccellenze”, promosso dal Ministero della Salute, sottolineando che il 2% del fatturato dell’industria alimentare italiana - oltre 2,6 miliardi di euro - è impegnato ogni anno solo per garantire la sicurezza alimentare e gli standard di qualità dei prodotti.
“In realtà - spiega Scordamaglia - la costante innovazione di processo e di prodotto é un impegno quotidiano ed ininterrotto delle aziende italiane del settore difficile da quantizzare. La sicurezza alimentare è un prerequisito su cui costruire qualsiasi altra politica di qualità e di brand e non può, in quanto tale, mai essere messa in discussione nei prodotti industriali di aziende che da sempre investono sul proprio nome e sulla propria immagine”.
“A questo - continua il presidente di Federalimentare - si aggiunge l’impegno con le Istituzioni per favorire corretti modelli di consumo: in 5 anni l’industria italiana ha migliorato il profilo nutrizionale di oltre 4.000 prodotti, in 10 anni ne abbiamo riporzionati altri 3.600. Il settore aiuta il consumatore a compiere scelte consapevoli, ha anticipato l’obbligo di etichetta, adotta un marketing e una comunicazione responsabile, a salvaguardia soprattutto dei bambini. Promuove l’educazione alimentare, a scuola e in famiglia”.

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