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La proposta legislativa della Commissione Ue dà maggiore potere agli Stati membri sull’importazione di prodotti Ogm, autorizzati da Bruxelles per l’uso in Europa. Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi: “coerente con la scelta di coltivarli”

Non Solo Vino
Europa fa decidere i Paesi Membri sulle importazioni di Ogm

La questione Ogm è senza dubbio una delle più discusse nel mondo agricolo e alimentare. E ora l’Europa sta per compiere un passo avanti decisivo: la Commissione Europea ha messo sul tavolo la sua proposta, che non intacca il meccanismo originale di autorizzazione per l’import di alimenti e mangimi biotech, ma lascia ai singoli Stati membri la possibilità di decidere se limitarne o proibirne l’uso sul proprio territorio, anche se gli Ogm in questione sono stati autorizzati a livello comunitario, riporta l’Ansa.
Una mossa cruciale per l’esecutivo Ue, che così passa lo spinoso dossier nel campo di Parlamento europeo e Stati membri, ed è pronto al varo “nei prossimi giorni” di 19 Ogm (tre tipi di mais, cinque di soia, due di colza, sette di cotone e due fiori ornamentali), che in sette casi sono rinnovi. Il procedimento di autorizzazione comunitario, che rimane identico, richiede dai Paesi una maggioranza qualificata, a cui però non si é mai arrivati. Per questo la decisione tocca all’esecutivo Ue.
“La Commissione europea ha dato ascolto alle preoccupazioni di tanti cittadini europei”, ha spiegato il commissario europeo alla salute e sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis. Con le nuove regole, toccherà agli Stati membri giustificare le proprie scelte “ogm-free” in linea con la normativa comunitaria, che include i principi del mercato interno e gli obblighi internazionali, fra cui le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Le motivazioni nazionali dovranno basarsi su “ragioni legittime” diverse da quelle già valutate nel processo di autorizzazione a livello Ue, come il rischio per la salute umana o animale o per l’ambiente. Si parla di “ragioni di interesse pubblico generale” spiega Enrico Brivio, portavoce della Commissione Europea. Alimenti e mangimi biotech non potranno essere usati nel Paese che dovesse scegliere la strada “ogm-free”, ma dovranno comunque poter circolare, come merci, nel mercato unico europeo. La proposta ufficiale però non spegne la polemica della vigilia. La maggioranza degli Stati membri, riferiscono fonti comunitarie, “è contraria"” La normativa non piace nemmeno ai produttori di biotech statunitensi, così come alla filiera europea degli agricoltori e delle imprese per gli alimenti e mangimi, che tramite il Copa-Cogeca sollecita il Parlamento Ruropeo e il Consiglio Ue “a rifiutare la proposta”.
Confagricoltura, dal canto suo, ritiene “coerente” che gli stessi Stati membri che decidono di non coltivare facciano altrettanto anche con l’import di cibi e mangimi. Mentre per Slow Food quella del divieto a livello nazionale “è un’arma spuntata, difficile da applicare per la sua definizione generica e restrittiva”.
Da tempo in allarme ci sono poi gli ambientalisti di Greenpeace, che considerano la proposta di Bruxelles “una farsa, perché lascia intatto l’attuale sistema non democratico”, una linea condivisa dai gruppi politici dei liberali e verdi all’Europarlamento. Attualmente nell’Ue sono 58 gli Ogm autorizzati come alimenti e mangimi (che includono mais, cotone, soia, colza, barbabietola da zucchero). L’Ue importa quantità importanti di mangimi biotech, pochissimi alimenti. Secondo i dati, l’Ue necessita ogni anno di oltre 36 milioni di tonnellate di soia per gli allevamenti, ma ne produce solo 1,4 milioni. Circa il 90% quindi arriva dall’import, da Paesi “pro-ogm”.

Focus - Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi: “la proposta Ue sugli Ogm è coerente con la scelta di coltivarli”

“Dopo quasi vent’anni di polemiche, oggi ci troviamo in una situazione in cui gli Ogm continuiamo a non poterli coltivare, mentre li importiamo (e li mangiamo). La libertà degli Stati membri all’importazione ed all’utilizzo, o meno, degli Ogm nella catena alimentare e mangimistica non può che essere in linea con l’autorizzazione alla coltivazione o non coltivazione”. Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, sulla proposta legislativa della Commissione Ue che dà maggiore potere agli Stati membri sull’importazione di prodotti Ogm, autorizzati da Bruxelles per l’uso in Europa.
 
“Si avvia l’iter normativo. In attesa di conoscere le decisioni del Parlamento europeo in merito alla proposta legislativa della Commissione, l’Italia da parte sua - ha proseguito il presidente di Confagricoltura - dovrà fare scelte altrettanto coerenti nell’attuazione delle disposizioni comunitarie. Se si vorrà impedire la coltivazione, si dovrà vietare pure l’importazione di prodotti Ogm, con la conseguente assenza dalle filiere interessate”.
“Parlando di libertà va ribadita anche quella della ricerca scientifica - ha aggiunto Mario Guidi - e proprio per avvalorarne il ruolo, lunedì prossimo, 27 aprile, terremo presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Portici (Napoli) il convegno su “Agricoltura e biotecnologie, il mondo produttivo e la ricerca a confronto”. Il tema verrà approfondito ulteriormente, ad Expo, con un meeting previsto per il 16 luglio”.
 “Deve essere data assoluta fiducia alla scienza nel valutare i pro e i contro dell’ingegneria genetica - ha concluso il presidente di Confagricoltura - finora si è fatta degli Ogm solo una battaglia ideologica, senza approfondire, ad esempio, il loro ruolo per la sostenibilità ambientale sociale ed economica, cui anche le tecnologie genetiche possono dare una risposta efficace”.
 

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