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L’export made in Italy agroalimentare vale 33 miliardi di euro, ma l’obiettivo è 50 miliardi nel 2020. Risultato ambizioso che l’Italia può centrare con innovazione, lifestyle e tipicità, al centro di “Tutto Food” (Milano, fino al 6 maggio)

L’export del made in Italy agroalimentare ha sfiorato, nel 2015, i 33 miliardi di euro. L’obiettivo dichiarato, però, è quello dei 50 miliardi nel 2020. Expo sarà un grande propulsore, certamente, ma il grande volano per raggiungere l’ambizioso obiettivo sono le fiere, come “Tutto Food”, in quesi giorni a Milano all’“ombra” di Expo (fino al 6 maggio, www.tuttofood.it), dove si svelano le carte vincenti dell’Italia in tavola nel mondo: innovazione, lifestyle, tipicità.

“Questa è l’edizione dei record, basti dire che gli espositori sono saliti a quasi 3.000. Nel settore food l’Italia è tra i leader mondiali - ha affermato Corrado Peraboni, ad Fiera Milano Spa - e “Tutto Food”, terza manifestazione dell’agro-alimentare in Europa e la più internazionale in Italia, ne supporta la filiera, in linea con la strategia che Fiera Milano persegue anche negli altri settori di punta del made in Italy. Lo confermano gli oltre 2.100 buyer profilati da 77 Paesi, tra i quali mercati forti Usa, Uk, Belgio, Germania, Francia e, tra i meno consueti, Paesi come Svezia, Finlandia, Taiwan o Hong Kong. La nostra forza nasce anche dal saper coniugare le opportunità di business con il ruolo di osservatorio sulle tendenze, con ricerche e convegni”.
Tanti i temi sotto i riflettori, tra approfondimenti, degustazioni e cooking show: dalla sicurezza alimentare ai cambiamenti nella distribuzione, dai cibi Kosher a quelli più attenti alla salute, dalle tendenze della ristorazione all’impatto di internet nel business ma anche nella condivisione di quello che ruota intorno al cibo.
“Le innovazioni raccontate da “Tutto Food” - si legge in una nota - stupiscono per originalità e per i cambiamenti. Che rivoluzionano anche le abitudini più scontate, all’insegna di una tendenza fusion dei sapori, partendo da cibi e ricette che, pur essendo degli intramontabili, vengono proposti al grande pubblico sotto il segno di fantasiosi e sempre equilibrati mix. È il caso del cappuccino, presentato dal maestro pasticcere Gabriele Boezio in versione salata: è composto da un bacio di dama a base di formaggio e agrumi, con crema di nero di seppia a sostituire il caffè e una spuma particolare tratta da una radice vegetale che simula il latte. Risultato: un cappuccino salato, idea nuova che può cambiare colazioni e spuntini nel futuro degli italiani. E il futuro porterà anche tanta attenzione all’ambiente e a tradizioni antichissime: così ecco presentato dal Barman e Trainer ufficiale di Planet One Diego Re un nuovo format di bar “Green”, che sfrutta ingredienti insoliti o poco utilizzati, a chilometro zero e senza sprechi. Tra le sue proposte infusi ayurvedici con aloe vera e spremuta di arancia, serviti in fialette stile erboristeria, fino a un drink “epico”, che potrebbe essere quello servito da Circe agli assetati compagni di Ulisse: si chiama Ciceone (che significa “mescolare”) ed è composto da miele, farina, formaggio, vino e ghiaccio. Dissetante, ma anche nutriente, tanto da poter sostituire un pasto”.

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