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“Expo non può ridursi a una fantasmagorica impresa di carattere estetico: servono contenuti. Si è persa la grande possibilità di fare cultura e trasmetterla, ecco perché siamo presenti”. Così il presidente Slow Food Carlo Petrini fa il punto su Expo

Non Solo Vino
Carlo Petrini

“Non può ridursi questa Expo in una fantasmagorica impresa di carattere estetico: servono i contenuti. Si è persa la grande possibilità di fare cultura e trasmettere cultura, ecco perché siamo qui presenti!”. Parole del fondatore e presidente di Slow Food Carlo Petrini, che oggi all’Expo 2015 a Milano ha fatto il punto sull’Esposizione Universale, a quasi un mese dal suo inizio, nell’incontro “Salva la Biodiversità. Salva il Pianeta”, con l’architetto Jacques Herzog, promosso per illustrare le idee e la filosofia che hanno portato alla realizzazione del Padiglione Slow Food all’Expo. Nella quale, ha ribadito Petrini, “Slow Food è presente in un’ottica partecipativa per parlare di biodiversità”, e alla quale, ha ricordato, “vogliamo dare un’anima con i contadini e un’edizione speciale di “Terra Madre Giovani-Wee Feed The Planet””, il grande evento di Slow Food che dal 3 al 6 ottobre riunirà a Milano i futuri eroi del mondo del cibo. E proprio il 21 maggio, ha spiegato Petrini, apre la piattaforma di crowdfunding “We Feed The Planet” per garantire il diritto al viaggio ai contadini all’Expo, invitando i cittadini di Milano a “ospitare un contadino così realizziamo il vero miracolo di Milano di avere qui sul finale di Expo i veri protagonisti del cibo”.

Gli Stati, ha detto il presidente di Slow Food Carlo Petrini, “hanno fatto grandi investimenti in strutture architettoniche, ma molte di queste strutture all’interno non hanno contenuti. Questa è un’opportunità persa”. E, rivolgendosi al Commissario Expo Giuseppe Sala, “il Cireneo di Expo”, l’uomo cioè che “a metà della via Crucis fu chiamato a portare la Croce e prese anche delle legnate. Tra me e Beppe Sala c’è dialettica, ma una stima inattaccabile. Porterai questa croce per sei mesi, guarda agli aspetti negativi e positivi e a questa sofferenza che è mia e tua e troviamo un modus vivendi senza perdere l’obiettivo della salvaguardia della terra e delle comunità agricole”.

“Nutrire il pianeta non significa depredare le risorse del pianeta e sfruttare la terra oltre misura - ha ricordato ancora una volta a proposito del tema dell’Expo Carlo Petrini - sostenibile, dall’inglese sustain, vuol dire prolungare: è quello che serve per durare a lungo, e non dura a lungo sfruttare le risorse in modo irresponsabile”. E, ancora, “la Fao dice 500 milioni di piccole entità familiari mantengono l’ 80% dei viventi, ma questi 500 milioni di contadini soffrono, mentre i pochi si arricchiscono: deve finire”.

Critiche anche le parole dell’architetto Herzog: “ho accettato di ritornare all’Expo nella speranza che la manifestazione ritornasse all’idea originaria. Expo non ha più senso se non arricchita dai necessari contenuti”. Per il suo progetto che rappresenta la presenta di Slow Food all’Esposizione ha detto Petrini, “Herzog ha pensato lo stand in modo modulare, verrà smantellato e usato altrove. Non si butta via niente”, interpretando così, oltre ogni estetica, “la moderazione: non è elegante parlare di cibo ostentando l’opulenza in un mondo che muore di fame”.

Slow Food è presente all’Esposizione Universale per educare adulti e bambini sulla biodiversità, in un percorso a tappe che si snoda in tre edifici in legno certificato Pefc, ispirati alle cascine, ed attorno ad un orto, che ospitano la mostra “Scopri la biodiversità”, le aree degustazione “Slow Cheese” e “Slow Wine” e lo “Slow Food Theater”, e molto altro. Lo Slow Food Theater ha già ospitato oltre 30 eventi, molti dei quali con i bambini protagonisti. E questo perché, come ha ammonito Petrini, “i nostri bambini crescono senza sapere come una fava di cacao diventa cioccolato: bisogna raccontare loro la trasformazione. Questa era la nostra idea di Expo”.

Ma c’è qualcuno a cui, invece, Expo piace: il fondatore di Eataly Oscar Farinetti, che, a proposito dell’Esposizione, ha detto “a me piace molto con tutti i limiti che ha. Io parto sempre dal presupposto che, essendo noi imperfetti, non possiamo fare cose perfette”, ammettendo però che Petrini ha ragione e a livello di contenuti si poteva fare di più, “ma è per questo che Carlin Petrini ed io cercheremo di dare il nostro contributo. Sono d’accordo con lui. Ora però faremo iniziative speciali. Per esempio, a Slow Food coinvolgeremo giovani agricoltori africani” e “supporteremo
l’iniziativa di Terra Madre Giovani”.

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