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Confagricoltura a Governo: Expo non è una panacea, bisogna puntare di più sull’export. Per il presidente Guidi “dall’Esposizione parte l’agricoltura del futuro”. Preoccupazione di Confagricoltura per il no di Martina a proroghe sulla Pac

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“L’Esposizione Universale 2015 segnerà l’agricoltura italiana dei prossimi anni: per noi è un dovere esserci e dire la nostra”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi nella relazione all’assemblea nazionale della sua Organizzazione, di scena oggi all’Expo, cui ha partecipato anche il Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina, sul tema “Capolavori made in Italy per nutrire il pianeta”.

“Nel nostro saper fare c’è la possibilità di rilanciare l’intero sistema Paese. Expo è una grande ed importante opportunità per promuovere i temi agricoli ed agroalimentari - ha osservato Mario Guidi - per ampliare il nostro raggio d’azione, su nuovi orizzonti e con nuovi interlocutori. Un’occasione unica per mostrare efficienza e tecnologia e, soprattutto, è un momento fondamentale, straordinario, per gli italiani, per gli agricoltori e anche per i rappresentanti delle imprese per valorizzare il made in Italy. L’Esposizione universale mostra a tutti che l’agricoltura è essenziale, il tema di produrre cibo non può essere sminuito. Finalmente - ha continuato Guidi - si comincia a comprendere che senza agricoltura non c’è futuro. Favoriamo un riposizionamento a favore del gusto del prodotto italiano, della cultura del territorio, della capacità di produrre ed esportare. E siamo impegnati sul consolidamento e sulla modernizzazione della nostra organizzazione, dei suoi servizi, a partire dalla digitalizzazione di un sistema che sia sempre più efficiente e competitivo. Basato, insomma, su un modo nuovo di intendere la rappresentanza”.

“Confagricoltura - ricorda il presidente - è un’organizzazione contemporanea, che non rinuncia alle sue tradizioni e rappresenta imprese innovative, tecnologicamente avanzate, capaci di “creare capolavori”. Per queste imprese, per la loro crescita, c’è bisogno di un patto nuovo con la politica fondato sul rispetto reciproco dei ruoli e sull’equilibrio, non sul collateralismo”. Da parte del governo “molte cose sono state fatte ma molte attendono di essere fatte e il tempo sta scadendo”, ha proseguito Guidi. L’esposizione, “non deve apparire la panacea di tutto. Sono un grande sostenitore di Expo ma rimangono inattuati tutti i processi di miglioramento - ha aggiunto il presidente di Confagricoltura - che ci permettono di essere competitivi con la Francia”.

In questo senso è importante l’impegno per sostenere le esportazioni. “I 50 miliardi che ha citato Renzi vanno benissimo. Si dimentica però che mentre noi cresciamo a ritmi importanti i nostri competitor crescono di più. Questo vuol dire che non stiamo facendo bene. Non stiamo facendo abbastanza”. Bene il marchio di “100 percento italiano” proposto dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, ma Guidi è convinto che servano delle “teste di ponte, delle piattaforme” per presentare i prodotti italiani all’estero.

Sul terreno pratico di quello che non convince Confagricoltura c’è ancora la Pac. Se non una vera e propria proroga della data del 15 giugno per consegnare le domande dei contributi Pac, almeno la possibilità di ricontrollare le domande e fare la verifica dopo questo termine, chiede la “Confindustria dell’agricoltura”. “Siamo preoccupati - ha osservato il presidente Mario Guidi - perché la scadenza del 15 giugno si avvicina ed i ritmi di presentazione delle domande non ci soddisfano. Il sistema è molto rallentato”. Il ministro Maurizio Martina ha però spiegato che il termine “è definitivo: bisogna rispettarlo e fare un grande lavoro di squadra - ha detto - l’appello a tutti è a fare insieme rapidamente, inclusi gli organismi pagatori regionali e certamente Agea. Bisogna metterci il massimo impegno e lo stiamo facendo”.

“Speriamo che le cose possano concretizzarsi già nei prossimi giorni - ha aggiunto Guidi - passando su server di tipo diverso e consentendo di fare una maggiore elaborazione”. Comunque “sarebbe opportuno richiedere alla Comunità europea un tempo congruo” per queste elaborazioni soprattutto considerando che anche Paesi come Spagna, Francia e Regno Unito “hanno più o meno le nostre stesse difficoltà”. “Se tre Paesi importanti lo chiedono - ha concluso - si può ottenere”.

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