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Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo verso il “no” alla proposta della Commissione Ue nel lasciare agli Stati Membri la decisione sulla coltivazione di Ogm. E in Italia, il Parlamento vota a favore di ulteriori cautele sul mais “Mon 810”

La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo “si avvia verso una mozione di rigetto della proposta dell’Esecutivo Ue che lascia liberi gli Stati membri di decidere se utilizzare o meno nel loro Paese prodotti a base di Ogm”. Lo ha detto all’Ansa Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei socialisti e democratici della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo.
“La proposta é irricevibile perché se si lascia a ogni Stato membro la libertà di vietare o meno la circolazione sul proprio territorio di un prodotto biotech autorizzato dall’Ue, si crea un mercato unico a macchia di leopardo. A mio parere - prosegue - nel testo ci sono anche elementi contrari ai Trattati circa la libera circolazione di beni e servizi nell’Ue”.
“La proposta in discussione (già rigettata dalla Commissione ambiente che éètitolare del dossier) non va confusa con il regolamento Ue - del resto già approvato - sulla libertà degli Stati membri di decidere se coltivare o meno Ogm su una parte o sull’integrità del loro territorio. Se il Consiglio dei Ministri dell’Unione - conclude De Castro - seguirà la stessa strada del Parlamento europeo l’Esecutivo Ue sarà obbligato a ritirare il testo. In questo caso, resterà in vigore il sistema attuale”. I ogni caso, riporta ancora l’Ansa, “i paletti agli Ogm recentemente posti dal Consiglio Europeo, con la facoltà lasciata ai singoli Stati di proibirli o limitarli sul loro suolo, trovano sponda tra i parlamentari italiani, con la Camera che ha votato oggi un emendamento alla legge europea che prevede che il Ministero delle Politiche Agricole dovrà richiedere alla Commissione Europea entro il 3 ottobre l’adeguamento dell’ambito geografico delle notifiche o delle domande presentate o delle autorizzazioni alla coltivazione di Ogm già concesse prima del 2 aprile 2015”.
La norma introduce una ulteriore cautela, dato che risulta tuttora vigente il decreto interministeriale che sospende la coltivazione dell’unico prodotto autorizzato in Italia, il mais “Mon 810”.
Secondo la normativa, in ogni caso, ove il richiedente confermi la sua domanda iniziale, il Ministero potrà emanare “misure che limitano o vietano in tutto il territorio nazionale o in parte di esso la coltivazione di un Ogm o di un gruppo di Ogm definiti in base alla coltura o al tratto”.
Chi violerà il divieto sarà soggetto a multe da 25.000 a 50.000 euro e alla rimozione, a proprie spese, delle coltivazioni.
Grazie alla normativa europea attuale sugli Ogm infatti ogni singolo Paese può chiedere di limitare o vietare la coltivazione di un Ogm sul suo territorio sia durante la procedura di autorizzazione, sia dopo che questa sia stata concessa, sulla base di motivazioni “legate a obiettivi di politiche ambientali o agricole, oppure alla pianificazione urbana e del Paese, uso del suolo, impatto socio-economico, politiche pubbliche o di co-esistenza”. Secondo un’analisi della Coldiretti sono calati del 3% i terreni seminati con organismi geneticamente modificati (Ogm) in Europa nel 2014. La superficie si é ridotta ad appena 143.016 ettari di mais biotech coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione.

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