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Dal Vaticano, dove Papa Francesco riceve la Fao, e ammonisce “la speculazione finanziaria determina prezzi alimentari”, a Expo, dove la Santa Sede, dice Cardinal Ravasi nel “National Day”, è presente per “risvegliare le coscienze sull’emergenza cibo”

“Quanto incide il mercato, con le sue regole, sulla fame nel mondo?”: è la domanda che Papa Francesco ha posto alla riflessione dei rappresentanti della Fao, ricevuti oggi in Vaticano, lamentando che “l’aumento e la volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari impediscono ai più poveri di fare programmi o di contare su una nutrizione anche minima”. Dal Vaticano all’Expo 2015 a Milano, dove oggi la Santa Sede ha celebrato il suo National Day “Non di solo pane” (frase che c’è nell’Antico e nel Nuovo Testamento), e il Cardinale Gianfranco Ravasi, commissario generale della Santa Sede in Expo, ha ricordato che il Vaticano è presente all’Esposizione Universale con il tema “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” proprio per “risvegliare le coscienze a livello internazionale su un’emergenza così importante come quella del cibo e dell’alimentazione”. Un messaggio che deve andare oltre Expo, come ha ricordato l’Arcivescovo di Milano Angelo Scola: “occorre ricordare le parole di Papa Francesco nel messaggio di apertura. Il compito congiunto della Chiesa e dei Governi è globalizzare la solidarietà. Per questo Expo è un ottimo punto di partenza, ma la sfida dovrà continuare”.
Papa Francesco che ricevendo la Fao in Vaticano ha ricordato che se della fame nel mondo “le cause sono tante e ci preoccupano giustamente i cambiamenti climatici - premette il Papa - non possiamo dimenticare la speculazione finanziaria: un esempio sono i prezzi di grano, riso, mais, soia che oscillano in Borsa, magari vengono legati a fondi di rendimento e, quindi, più alto è il loro prezzo maggiormente ricava il fondo” proponendo di “provare a percorrere un’altra strada, convincendoci che i prodotti della terra hanno un valore che possiamo dire “sacro”, perché sono frutto del lavoro quotidiano di persone, famiglie, comunità di contadini. Un lavoro spesso dominato da incertezze, preoccupazioni per le condizioni climatiche, ansie per le possibili distruzioni del raccolto”.
Dalle parole del Pontefice a quelle del Cardinale Ravasi che all’Expo ha ricordato come “l’anno scorso il 19 agosto avevamo già consumato tutto il cibo che sarebbe dovuto servire per tutto il 2014” e di come “in ebraico pane e guerra sono due parole che hanno la stessa radice: spesso cibo e guerra sono legati. Ma il cibo accompagna anche le occasioni di festa: pensate ai matrimoni”, ma anche di “non dare soltanto il cibo ma anche la bellezza”, e “anche il povero ha il diritto alla bellezza”.
“La presenza della Santa Sede all’Esposizione Universale è stata fermamente voluta ed è il segnale di un messaggio forte” ha detto il Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala, mentre il Cardinale Angelo Scola ha comunicato che i visitatori del Padiglione della Santa Sede sono oltre 135.000. “Il tema di Expo 2015 è centrale nella realizzazione dell’uomo come individuo” ha ricordato il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, aggiungendo che “è Sbagliato anteporre il nutrimento del corpo a tutto. Le sole necessità materiali fanno perdere all’uomo se stesso”.

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