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Da “El Bulli” a “elBulliFoundation”, passando per “elBulli Lab”, il luogo dello studio dei cibi: tra i progetti di Ferran Adrià prende forma la “Bullipedia”, lo strumento con cui catalogare origine, storia, sapori e segreti di tutti i cibi del mondo

Non Solo Vino
Ferran Adrià

Il 30 luglio 2011 è, a suo modo, una data storica per la ristorazione moderna: quel giorno, infatti, fu servito l’ultimo piatto nel ristorante che ha segnato, probabilmente, la più grande rivoluzione culinaria degli ultimi decenni, “El Bulli”, del mitico chef catalano Ferran Adrià. Oggi, a quasi 4 anni di distanza, a Barcellona, c’è “elBulli Lab”, il luogo dello studio, in cui 70 persone analizzano ogni giorno i cibi del mondo, sotto l’ombrello della “elBulliFoundation” (www.elbullifoundation.com).
L’idea è quella di risalire alle origini e alla storia di ogni alimento per svelare i segreti del sapore e il potenziale pieno del cibo: dunque una prospettiva che non ha un carattere banalmente enciclopedico, ma guarda al futuro, perché è da questa immensa opera che si potrà andare oltre a quanto è già stato fatto. Si tratta, in altre parole, di allargare i confini del possibile.
Ed è proprio da qui che nasce il progetto “Bullipedia”, nel 2012, con cui, come ha spiegato lo chef anche in Expo a Milano l’altro ieri, “vogliamo catalogare questo, tutte le possibilità del pane in natura e al mondo. E, allo stesso modo, di ogni altro cibo”.
Un lavoro enorme, tendenzialmente infinito, complesso, costoso. Per questo, a chi gli chiede: “quando sarà pronto”, non dice “mai” perché parrebbe esagerato. Però, il senso è questo, benché Adrià si ponga intanto un obiettivo intermedio: “con Sapiens abbiamo avviato un progetto che è calibrato per i primi dieci anni”. Quindi, se è iniziato dopo l’ultimo piatto servito a Roses, basta fare un rapido calcolo.

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