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Action painting e gastronomia: a “L’arte del Gusto - il Gusto dell’Arte”, con Giuseppe Leone e lo chef Pietro Parisi, all’Expo “muore” Pulcinella (metafora di politica corrotta nella Terra dei Fuochi) sommerso dalla salsa di pomodoro

All’Expo muore Pulcinella: il personaggio della tradizione napoletana, metafora di politica corrotta e malaffare, è al centro della performance artistica “L’arte del Gusto - il Gusto dell’Arte” dell’artista Giuseppe Leone e lo chef Pietro Parisi, che lega action painting e gastronomia e sarà “inondato” di salsa di pomodoro che rappresenta la lava del Vesuvio. L’evento, che andrà in scena all’Expo domani nello spazio istituzionale “La Piazzetta”, vuole puntare i fari sul problema della “Terra dei Fuochi”, criticando chi, da anni, sfrutta nel modo peggiore le terre campane.
Pulcinella, personaggio non a caso ingordo e cristallizzato nel tentativo continuo di riempirsi la pancia, morirà - si legge nel comunicato dell’Associazione Culturale il Simposio delle Muse, che promuove la performance - per ingordigia, metafora-speranza di una fine della politica collusa e corrotta dal malaffare. A ribadire il fatto che si mangia non solo per fame, come quella nel mondo da combattere (secondo il tema di Expo: cibo energia per la vita), ma anche quella smodata Pulcinella, ugualmente dannosa e da uccidere. Ma l’artista - si legge - presenterà in tutto tre opere, ognuna delle quali richiama un colore della bandiera italiana e ognuna prende vita da un elemento, un ingrediente della nostra tavola. Prima di tutto l’ulivo, l’olio e la “mediterraneità”, poi il grano, i colori del Sannio e dell’entroterra campano e infine il pomodoro, l’oro rosso di Palma Campania e del Vesuvio, Napoli e la sua maschera per eccellenza: Pulcinella, metafora del pressappochismo e della superficialità. Parisi interverrà sulle tre opere, di cui due saranno poste proprio a mo’ di tavolo, a supporto dell’operato culinario, mentre quella centrale poggerà su cavalletto”.
“Ritengo che il mio lavoro artistico possa rappresentare un’operazione slow food - afferma Leone - leggendo un’intervista, fino a poco tempo fa inedita, ad Henri Matisse, mi sono accorto di come anche per il grande artista l’arte perdesse di forza e autenticità se banalizzata e ricacciata nel cantuccio della commercialità. Se infatti ci si arrende alla legge del mercato l’arte viene falsata come falsati sono i cibi da fast food”.

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