02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“Acquaviti di vino in via d’estinzione”: l’allarme arriva da Assodistil. “Le distorsioni di mercato, causate dalla mancanza di controlli nell’Ue, hanno provocato il declino progressivo di distillati prestigiosi come il brandy”

“Acquaviti di vino in via d’estinzione”, l’allarme arriva da Assodistil, l’associazione italiana dei distillatori: “c’è un calo progressivo nella produzione - ha spiegato il presidente Antonio Emaldi - di prestigiosi distillati come il brandy e le acquaviti di vino. Abbiamo perso un patrimonio storico e imprenditoriale di grande importanza. L’impossibilità di collocare il nostro prodotto nei mercati internazionali non ha solo ha creato un danno enorme al comparto, ma all’intera filiera viti-vinicola”.
Le cifre fornite dai distillatori parlano chiaro: nel quadriennio successivo all’entrata in vigore della nuova Ocm vino, la produzione è scesa dell’80%, giungendo nel 2014 a 36.000 ettanidri. Negli ultimi due anni, il calo è stato addirittura del 65%. Un declino inesorabile: non si produce perché non si vende.
“I motivi sono presto spiegati. La crescente richiesta di prodotti invecchiati da parte dei consumatori, infatti, ha avvantaggiato solo i Paesi in cui non sono previsti i controlli sull’invecchiamento - segnatamente la Spagna - che possono vendere sul mercato acquaviti di vino e brandy dichiarando il periodo di invecchiamento senza che tale indicazione sia oggetto di verifiche e controlli, come prescrive, invece, la normativa Ue”.
Il mercato era già in sofferenza perché negli ultimi anni, l’eccesso di produzione di vino da tavola in Spagna ha provocato un drammatico un calo dei prezzi, i cui effetti si sono moltiplicati a causa delle distorsioni del mercato del brandy e delle acquaviti da vino. “A differenza dell’Italia - ha stigmatizzato Emaldi - in cui le verifiche sull’invecchiamento sono assai stringenti, in altre Paesi i controlli sono inesistenti, a tutto vantaggio degli operatori scorretti. Il vero problema è la mancata armonizzazione delle regole sull’invecchiamento delle bevande spiritose, come stabilita dal Regolamento CE 110/2008. Abbiamo chiesto alla Commissione Ue di intervenire - ha sottolineato il presidente di AssoDistil - da un lato richiedendo l’avvio della procedura di infrazione per quei Paesi in violazione del Regolamento 110/2008, dall’altro, con un’indagine sugli effettivi controlli dei prodotti invecchiati”.
Ad aggravare la situazione, inoltre, si registra l’importazione di acquaviti da Paesi Extra-UE, come la Georgia, a costi talmente bassi da uscire da ogni logica commerciale. Non possiamo aspettare ancora a lungo, e forse è già troppo tardi - ha affermato il leader dei distillatori - il brandy italiano sta sparendo definitivamente ed il danno per la filiera vitivinicola è incalcolabile. Numeri alla mano, non sono più distillati un paio di milioni di ettolitri di vino all’anno e le cantine hanno perso un importante sbocco di mercato. A questa perdita economica per il comparto, si aggiungerebbe poi quella di un patrimonio storico ed enologico di grande valore, tra l’altro con Indicazione Geografica riconosciuta dal Regolamento CE 110/2008”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli