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Dall’uso razionale dei pascoli in Mongolia alla conservazione di uliveti antichi nel Mediterraneo, al miglioramento dell’irrigazione in aree rurali in Siria: da Expo, le “Best Sustainable Development Practices for Food”. Molte con know how italiano

L’utilizzao dei pascoli in modo razionale in Mongolia, la conservazione degli uliveti antichi nel Mediterraneo, una rete del Banco Alimentare italiano e il miglioramento dei sistemi di irrigazione nelle aree rurali della Siria: ecco alcuni dei 18 progetti vincitori del Bando sulle “Best Sustainable Development Practices for Food”, premiati da Expo 2015 Milano, tra le “migliori pratiche” sulla sicurezza alimentare, promosse nel programma “Feeding Knowledge” (tutti i progetti su: www.feedingknowledge.net). In particolare, la distribuzione geografica delle migliori pratiche mondiali nel campo agroalimentare e della nutrizione vede l’Africa trionfare con ben 7 progetti. Seguono l’Asia con 6, il continente americano con 3 e l’Europa con 2.

Il know how dell’Italia è protagonista in molto “best pratices”: sugli uliveti del Mediterraneo, che vede tra i partner la Regione Puglia e il Ministero dell’Ambiente; in quella sui sistemi di irrigazione in Siria, che vede coinvolto il Mae-Istituto agronomico mediterraneo di Bari; sui più antichi cereali per combattere povertà e malnutrizione in Ecuador con Oxfam Italia, coinvolta anche nel progetto sulla tutela dell’ambiente come strumento di marketing in Sri Lanka, accanto alla Provincia Autonoma di Bolzano; sull’intreccio tra tradizione ed innovazione per garantire un futuro equo e sostenibile alla comunità del Karakorum in Pakistan che vede protagoniste le Università di Padova e Torino; sulla creazione di un network territoriale a supporto dei piccoli produttori di caffè del Guatemale, che coinvolge l’Istituto Italo Americano del Paese; e, ancora sulla creazione di strumenti informatici a supporto della competitività delle produzioni alimentari locali del Sud del Mediterraneo e dei Paesi d’ingresso all’Europa, ancora con la Regione Puglia e l’Ersa-Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia; sul latte in Africa, che coinvolge Granarolo; Save the Children Italia è invece coinvolta nella “best pratic” sulle donne del Malawi come agenti di cambiamento nello sviluppo agricolo e nella nutrizione; e, l’Italia, infine, fa da sfondo al progetto vincitore “Il cibo è una risorsa da proteggere, aiuto concreto e inclusione al privato” in partnership tra Food Bank Foundation, National Federation of the Society of St. Vincent de Paul, Milano Ristorazione, Metro Cash and Carry Italy, Finmeccanica, Alliance Against Hunger and Malnutrition, National Union of producer organisations, Università del Sacro Cuore Nestlé Italiana, Barilla, Università di Milano Bicocca, Politecnico di Milano, The Global FoodBanking Network, European Federation of Food Banks ed Intesa Sanpaolo.

“Le pratiche selezionate - ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina - rappresentano al meglio un racconto straordinario, locale e globale, delle grandi imprese e piccole realtà che si uniscono, dando ciascuna qualcosa all’altra. Questa rete di esperienze e contatti deve andare oltre il 31 ottobre e diventare uno dei grandi lasciti dell’Esposizione Universale”.

“La forza del nostro straordinario tema sta dimostrando che questa è una delle tanti chiavi di successo di Expo - ha ribadito il Commissario Unico di Expo Giuseppe Sala - con le buone pratiche avevamo la volontà di portare un grande messaggio, ma anche far capire che tutto si riconduce alle piccole realtà virtuose”.

I 18 vincitori sono stati selezionati su 786 candidature, raccolte nel bando che è stato lanciato nel 2013 e chiuso nell’ottobre del 2014.

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