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Tutti conoscono la figura di Ferran Adrià, ma in pochi ricordano le sue origini ed il suo arrivo tra i fornelli di “El Bulli”, grazie all’intuito di Juli Soler Lobo, il suo scopritore e socio per quasi 30 anni, scomparso a 66 anni in Catalunya

Tutti conosciamo la figura di Ferran Adrià, l’autore della più grande rivoluzione culinaria degli ultimi decenni dopo quella della nouvelle cuisine, ma in pochi ne ricordano le origini, i primi passi in cucina e, soprattutto, l’importanza del suo legame con la figura di Juli Soler Lobo, scopritore e poi socio di Adrià, scomparso due giorni fa in Catalunya, all’età di 66 anni. Quella di Lobo è una storia particolare e, in qualche modo, frenetica. Originario di Terrassa, a due passi da Barcellona, inizia a lavorare come sommelier in diversi ristoranti della capitale catalana, ma presto, dopo la caduta di Franco, spinto dalla passione per la musica rock e jazz lascia la sala ed apre un negozio di dischi, il “Transformer”, organizzando concerti leggendari come quello dei Rolling Stones. Ma nel 1981 l’antica passione torna a prendere il sopravvento, e diventa direttore di sala di “El Bulli”, il ristorante, tra i più famosi al mondo, di proprietà della miliardaria danese Marketta Schilling. È qui che ha inizio l’epopea di Ferran Adrià, assunto proprio da Juli Soler Lobo nel 1983, a 21 anni, e diventato in pochi mesi chef del ristorante. Da qual momento, la coppia dalla gastronomia diventa anche coppia negli affari, nel 1990 rilevano l’attività, ed insieme, per oltre 20 anni, fino al 2011, anno in cui “El Bulli” chiude i battenti, lasciando spazio ad una fondazione e ad una scuola di cucina, passano alla storia come una perfetta “macchina da guerra” della gastronomia, non solo nella gestione dei fornelli, ma anche della comunicazione e dell’approccio al cliente.

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