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Il pesto al mortaio alla genovese si candidatura a diventare bene immateriale dell’Umanità Unesco, anche grazie ad un consorzio appena nato, guidato da Marina Peirano, per valorizzare e tutelare una delle salse più amate e contraffatte del mondo

Il pesto genovese prodotto al mortaio concorrerà a diventare “bene culturale immateriale dell’umanità” dell’Unesco. L’iniziativa per tutelare e valorizzare quella che è diventata negli anni una delle salse più famose, amate ed imitate del mondo, è stata lanciata ad Expo nella settimana dedicata alla Regione Liguria (11-16 settembre). E, intanto, è nato il “Consorzio dei produttori di Pesto Genovese”, che mette insieme tutta la filiera del settore, costituito da “Associazione Palatifini”, Regione Liguria, Comune di Genova e Camera di Commercio.
“Il pesto alla genovese è la seconda salsa più consumata al mondo, dopo quella al pomodoro, ma è la più contraffatta - ha spiegato la neopresidente del Consorzio, Marina Peirano - la nostra missione è tutelare la qualità del nostro pesto al mortaio, che si fa solo a Genova e in Liguria. La candidatura a patrimonio dell’Unesco è il primo passo”.
“Prima di essere una salsa, il pesto è una cultura che viene tramandata dalle famiglie di generazione in generazione - ha detto il presidente di Palatifini, Sergio Di Paolo - è la nostra identità”.
Un’identità che si esprime “con la capacità di accogliere e donare”: il pesto, a partire dal XII secolo, veniva offerto dai genovesi ai marinai che approdavano in porto come ristoro dopo mesi di navigazione.
“Per conservare questa storia da anni abbiamo creato il “Campionato mondiale di pesto genovese al mortaio”, dove 100 persone da tutto il mondo, di ogni età e professione, gareggiano per chi prepara il pesto migliore”.
La prossima edizione sarà di scena a Genova il 16 aprile 2016. L’attuale campionessa in carica è una signora di 86 anni che vive nell’entroterra ligure. Prima di lei ci sono stati una casalinga di 67 anni, un farmacista di 41, un italiano emigrato in Germania di 58, e persino un giovane cuoco di origine coreana, che ha scoperto il pesto lavorando in un ristorante italiano di San Francisco. “La varietà delle persone che ogni anno partecipano - ha spiegato l’Assessore alla Cultura della Regione Liguria, Ilaria Cavo - dimostra le potenzialità internazionali che il riconoscimento Unesco avrebbe per questo nostro tesoro. La Regione appoggia questa iniziativa, sarà un volano non solo per economia e turismo, ma anche per la nostra cultura”.

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