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Portare il cellulare a tavola non solo è una cattiva abitudine ma “porta con sé obesità e difficoltà di tipo relazionale e interpersonale”. A dirlo Guido Orsi dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, in un incontro del Ministero della Salute a Expo

Nuove tecnologie e cibo non sono più due mondi così distanti. Cellulari, tablet e laptop sono presenti in ogni momento della giornata, e spesso portano con sé cattive inclinazioni. Come quella di portare lo smartphone a tavola. Il gesto, che ormai ci sembra sempre più comune, non solo è una cattiva abitudine ma “porta con sé obesità e difficoltà di tipo relazionale e interpersonale”. A dirlo Guido Orsi, dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, in un incontro organizzato dal Ministero della Salute al Vivaio Scuole di Palazzo Italia, a Expo.

“I rischi di mangiare col dispositivi mobili in mano è serio - continua Orsi - e lo smartphone è il più pericoloso. Secondo studi recenti l’utilizzo a tavola del cellulare sta condizionando il modo in cui mangiamo generando cattive abitudini alimentari e compromettendo la comunicazione con i genitori. Bisognerebbe far seguire a mezz’ora sui social network almeno due ore di studio, sport o uscite con gli amici. Può sembrare difficile, ma è essenziale per il benessere psicofisico, per un buon rendimento scolastico e per le relazioni sociali. Portando lo smartphone a tavola sono 3 i rischi ai quali andiamo incontro: il primo è nutritivo perché ci alimentiamo in maniera inconsapevole, favorendo in questo modo l’obesità o altri problemi come cattiva digestione o gonfiore. Il secondo è di tipo sociale, perché ci isoliamo quando invece il pasto dovrebbe essere un momento di dialogo, di relazione e condivisione. L’ultimo, infine, è di tipo comportamentale, perché aumentiamo le probabilità di diventare dipendenti da Internet”.

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