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I temi del cibo e del valore dell’agricoltura riportati al centro del dibattito grazie ad Expo, come dimostra il successo della “Giornata dell’Agricoltura” di Coldiretti, con Renzi, Petrini e a altri. Ma ora si passi dalle parole ai fatti

Con i suoi pregi ed i suoi difetti, Expo, un grande merito ce l’ha: aver riportato il tema del cibo e dell’agricoltura al centro del dibattito. Lo ha dimostrato la “Giornata dell’Agricoltura” di Coldiretti, ieri, che ha riunito personalità di primo piano della politica nazionale, dal Premier Matteo Renzi al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, ma anche opinion leader come Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, oltre ai 30.000 agricoltori della Coldiretti, rappresentanti di quell’anello della filiera che, di certo, va valorizzato di più.
Perché quando Petrini dice che “la sfida dei prossimi anni sarà quella di garantire un prezzo giusto ai prodotti agricoli, oltre le speculazioni finanziarie, per distruggere la vergogna della fame e dare dignità al mondo contadino”, e Martina ribadisce che “se dal produttore al consumatore si hanno aumenti del 500% e gli agricoltori non si vedono riconosciuti i costi di produzione, non si va avanti”, si sottolinea un concetto semplice: sotto alla luce dei riflettori non possono starci solo i prodotti finali, le eccellenze o chi li trasforma in prelibatezze eccezionali come i grandi chef, ma deve esserci la filiera agroalimentare dalla sua origine, a partire dal pastore, dal pescatore, dall’allevatore, dall’agricoltore che zappa la terra e così via.
Poi, ben venga lo show, se porta valore aggiunto a tutti. Ben vengano vini e cibi pregiati, o piatti preparati dai grandi chef, offerti in segno di ospitalità dalle istituzioni italiane a quelle del mondo, “in casa o in trasferta”, spesso al centro di polemiche ma che, in realtà, possono avere ricadute positive sul made in Italy agroalimentare nel suo complesso, che ne guadagna in prestigio ed appeal.
Ancora, bene se un Presidente del Consiglio “mediatico” come Renzi contribuisce a portare l’agricoltura, almeno per un giorno, al centro della scena, anche politica, elogiandone il valore, la bellezza ed il ruolo fondamentale del settore per far ripartire davvero l’Italia.
“Un settore che sta crescendo in maniera vertiginosa nelle esportazioni e nelle assunzioni, soprattutto al Sud, ha bisogno del sostegno del Governo”, come ha scritto, tra le altre cose, lo stesso Renzi sul suo profilo Facebook, riferendosi alla cifre Coldiretti, che, anche grazie all’effetto Expo, prevede una chiusura di 2015 da record per le esportazioni, che puntano a 36 miliardi di euro in valore, e registra un +5% nelle assunzioni di settore nella prima metà del 2015, con il Sud che fa addirittura +11%. Con l’agroalimentare italiano che vale 250 miliardi di euro, il 15% del Pil. Bene se tutto questo, oltre al promesso e rinnovato impegno per la soluzione di problemi quali il caporalato, la burocrazia, la contraffazione e così via, si trasforma in azioni concrete e di lungo periodo, programmatiche, che vadano al di là della cancellazione di Imu e Irap agricole ribadita dallo stesso Renzi (e che vale poco meno di 1 miliardo di euro).
Ma, intanto, il fatto che se ne parli in un palcoscenico mondiale come è Expo, e anche al di fuori del dibattito di settore, è già un piccolo obiettivo centrato.

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