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Contro il falso made in Italy, ecco il segno unico distintivo “The extraordinary Italian taste”, che inizia la sua avventura dagli Usa, presentato ad Eataly New York dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Maurizio Martina

Non Solo Vino
Il Ministro Martina con Lidia Bastianich e “The extraordinary Italian taste”

Il segno unico distintivo del made in Italy agroalimentare, “The extraordinary Italian taste”, si fa tangibile, e inizia la sua avventura da New York, dove è stato presentato, nella cornice di Eataly, diventato ormai il simbolo dell’agroalimentare tricolore Oltreoceano, dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Maurizio Martina, nella Grande Mela per portare all’attenzione dell’Assemblea Onu gli obiettivi della Carta di Milano. “The extraordinary Italian taste” è un tassello fondamentale del piano per l’internazionalizzazione che Ministero delle Politiche Agricole e Ministero dello Sviluppo Economico stanno portando avanti per sostenere l’export e rafforzare le azioni di contrasto all’Italian sounding, che prevede risorse per 260 milioni di euro, di cui 25% è dedicato proprio all’agroalimentare.
“Il Governo è in campo con una strategia di aggressione all’Italian sounding che non ha precedenti. Il segno unico - ha spiegato Martina da Eataly New York - rappresenta uno strumento innovativo che aiuta a dare riconoscibilità al sistema agroalimentare italiano, valorizzando meglio la nostra presenza soprattutto nelle fiere internazionali e con iniziative speciali nella grande distribuzione. Il mondo chiede prodotti italiani, vogliamo aiutare i nostri produttori a essere ancora più presenti sui mercati. Proprio negli Stati Uniti, il 12 ottobre, per il Columbus Day, partirà una campagna importante contro il falso made in Italy con investimenti per 50 milioni di euro”.
“Non ci basta - ha proseguito il Ministro - abbiamo rafforzato il contrasto ai falsi aumentando in controlli in Italia e, primi al mondo, chiudendo accordi con due player mondiali del web come eBay e Alibaba per proteggere i nostri prodotti Dop e Igp dalle imitazioni. In pochi mesi abbiamo bloccato flussi di valore enorme, anche negli Usa. Con una sola operazione abbiamo fermato una vendita mensile potenziale di 5.000 tonnellate di falso Parmigiano Reggiano, quasi la metà della produzione mensile di quello autentico. L’agroalimentare italiano rappresenta sicuramente un campo nel quale si può e si deve continuare a investire. Ce lo confermano i dati dell’export relativi ai primi 7 mesi di quest’anno: oltre 21 miliardi di euro. Un record che ci dà la dimensione del potenziale che abbiamo per dare nuovo slancio anche alla nostra economia, rafforzando la nostra presenza su mercati in forte espansione come Stati Uniti, Canada, Brasile, Russia, India, Cina, Europa, Turchia e Australia. Raggiungere i 36 miliardi di export entro la fine di quest’anno e i 50 miliardi entro il 2020 - ha concluso Martina -sono obiettivi alla nostra portata”.

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