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La Carta di Milano sbarca all’Onu, presentata dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina: “cancellare la fame entro il 2030 è una sfida impegnativa, ma che non si può perdere, è il momento di costruire modelli di sviluppo nuovi”

Non Solo Vino
La Carta di Milano, documento nato in Expo, che vuole garantire il diritto al cibo a tutte le persone del mondo, è sbarcato all’Onu

La Carta di Milano, il documento nato all’alba dell’Esposizione Universale, che vuole garantire il diritto al cibo a tutte le persone del mondo, sbarca all’Onu, presentata dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali Maurizio Martina che, prima del suo intervento, l’ha presentata alla conferenza su “Food security in the post 2015 agenda: The Milan Charter in the context of the new Global Partnership for Sustainable Development”, organizzata da Italia, Ghana, Guyana, Thailandia e Brasile, in collaborazione con Fao, Ifad e Wfp, cui hanno partecipato, a fianco del Ministro, Amina J. Mohammed (Consigliere Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla Pianificazione per lo Sviluppo Post-2105), Graziano da Silva (dg Fao), Ertharin Cousin (Wfp/Pam) e Kanayo Nwanze (presidente Ifad).
“Un milione di persone - ha spiegato il Ministro - hanno firmato la Carta di Milano, che oggi portiamo alle Nazioni Unite, a testimonianza dell’impegno consapevole di tanti cittadini che anche grazie a Expo sono oggi dei veri e propri ambasciatori del diritto al cibo. Cancellare la fame entro il 2030 è una sfida impegnativa, ma che non si può perdere. L’Italia, anche grazie all’Esposizione universale, ha dato un contributo importante per lo sviluppo di una global food policy, che oggi si traduce nelle decisioni dell’Assemblea generale dell’Onu nell’aggiornamento degli Obiettivi del Millennio. Nel mondo - continua Martina - ci sono 795 milioni di persone che soffrono di povertà alimentare a loro dobbiamo dare risposte immediate, attraverso politiche più efficaci rispetto al passato. È il momento di costruire modelli di sviluppo nuovi, che siano sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e sociale”.
“Con l’evento di Milano - prosegue il Ministro - abbiamo messo tasselli importanti nel confronto su temi cruciali come la riduzione degli sprechi alimentari, l’aumento della produttività attraverso l’innovazione tecnologica anche per i piccoli produttori, la tutela del reddito degli agricoltori, il sostegno al lavoro femminile e il contrasto al lavoro irregolare. Nel 2050 la popolazione mondiale conterà 9 miliardi di persone, alle quali dovremo garantire cibo sano, sicuro e sufficiente. A Milano come a New York dobbiamo lavorare con costanza e concretezza per un obiettivo globale: fare di questa la generazione Fame zero. Su questa strada l’Italia è pronta a giocare un ruolo guida anche oltre Expo. Siamo pronti a farlo con strumenti operativi, come quelli messi in campo in questi mesi di Expo. Penso al rafforzamento delle politiche di cooperazione internazionale, all’approvazione della legge sull’agricoltura sociale, agli interventi contro il caporalato e alle nuove norme per la salvaguardia della biodiversità, insieme ai due decreti urgenti per l’agroalimentare. L’eredità dell’Esposizione universale - chiosa il Ministro - è già tangibile, ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare”.
Il Ministro, nella sua visita in Usa, ha partecipato quindi ad un altro incontro, “Food security, globalization and sustainability: the legacy of Expo 2015”, di scena alla Columbia University, in cui ha raccontato il ruolo dell’Expo nella sfida alla fame nel mondo. “Con Expo l’Italia ha voluto contribuire a dare un nuovo slancio alla costruzione di un global food policy, in grado di assicurare l’obiettivo di azzerare la fame nei prossimi quindici anni, di promuovere un’alimentazione più sana e di sviluppare modelli sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e sociale. Con la Carta di Milano abbiamo chiamato a impegni precisi non solo le Istituzioni, ma le imprese, le associazioni e i cittadini, aumentando la consapevolezza sul tema del diritto al cibo. Non parliamo di un argomento da addetti ai lavori, ma di una questione geopolitica cruciale. Con l’evento di Milano - spiega Martina - stiamo dando vita a una piazza globale di confronto di idee, soluzioni, tecnologie innovative che possano essere utili a raggiungere l’obiettivo comune: garantire cibo sano, sicuro e sufficiente a una popolazione mondiale in crescita. Servirà aumentare la produzione, guardando alla sostenibilità e tutelando le risorse naturali. Il dialogo aperto e costruttivo anche sotto il profilo diplomatico che si sta producendo con Expo resterà una delle eredità più importanti che l’Italia lascia con l’Esposizione universale”.
“Una delle priorità - ha proseguito il Ministro - è sostenere i piccoli produttori agricoli, che rappresentano l’80% della produzione di cibo del mondo, ma che sono anche i soggetti a maggior rischio povertà alimentare. Il 75% di coloro che vivono sotto la soglia di povertà popola le aree rurali e circa il 50% è parte di piccole aziende agricole familiari, delle quali poco meno della metà è condotta da donne. Su questi aspetti servono interventi costanti e coordinati, perché anche e soprattutto da qui passa il futuro alimentare del pianeta. Abbiamo davanti sfide importanti, a partire dalla riduzione degli sprechi alimentari che oggi hanno numeri inaccettabili: 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato, pari a un terzo della produzione mondiale. I nuovi Obiettivi del Millennio che da domani verranno discussi alle Nazioni Unite - ha concluso Martina - rappresentano un momento di svolta, che dovrà essere accompagnato dallo sviluppo di politiche adeguate, ambiziose e concrete. L’Italia è pronta a dare il suo contributo, dando continuità al grande lavoro del semestre di Expo”.

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