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“Ora anche il Governo capisce che gli chef sono il terminale della propaganda made in Italy. E fuori dall’Italia si pensa a quello che firma un Bottura”. Così Paolo Marchi a WineNews in partenza per “Identità” New York e Chicago, “ma sognando l’Asia”

Non Solo Vino
Paolo Marchi, ideatore e fondatore di Identità Golose

Dal Food Act all’Expo 2015, dove molti di loro sono stati protagonisti, i più grandi chef italiani fanno rete, “ambasciatori” dell’alta cucina italiana, partecipando assieme agli eventi dentro e fuori i confini nazionali. Risultato “di una semina lunghissima, iniziata dalla passione dei singoli. Quando uno decide di fare un grande vino come il Sassicaia, è lui a farlo, non le Regioni o il Ministero. Ma se le iniziative dei singoli sono positive ed arrivano al momento giusto, trascinano le altre. Merito nostro è forse l’aver iniziato in un momento in cui gli chef non erano ancora protagonisti assoluti come ora, che anche gli amministratori ed il Governo capiscono che sono il terminale ultimo della propaganda del made in Italy, e che c’è un livello superiore. Quello che Bottura chiama l’“esperienza”: tutti andiamo al ristorante per mangiare, come tutti andiamo alla Scala per ascoltare musica, ma soprattutto per viverla a livelli incredibili. Grazie a Expo, a tutto quello fatto da Slow Food, da noi, dal Gambero Rosso, alla fine il risultato è che i nostri cuochi sono sempre più importanti anche fuori dall’Italia e non si pensa più solo alla pasta e alla pizza, ma a quello che firmano un Bottura o un Cracco. E questo fa ben sperare per il futuro”. Così Paolo Marchi a WineNews, l’ideatore di “Identità Golose”, in partenza per gli Usa, dove da domani, prima a Eataly New York e poi a Eataly Chicago, i più famosi chef italiani - da Ugo Alciati a Massimo Bottura, da Moreno Cedroni a Carlo Cracco, da Davide Scabin ad Heinz Beck, da Cristina Bowerman a Lidia Bastianich - sono i protagonisti di “Identità New York” (edizione n. 6: da domani al 3 ottobre) con alcuni tra i più celebri chef degli Usa, e poi di “Identità Chicago” (edizione n. 2: 6 e 7 ottobre) con 30 cantine italiane. Ma, dice Marchi, “come prospettiva nostra, ci piacerebbe avere un punto in Asia”.
“Di sicuro gli Stati Uniti sono il mercato della ripresa economica - sottolinea Marchi - sarebbe da pazzi non insistere sull’America, e sempre di più. Sarebbe bello andare anche in California, altra zona importantissima per il cibo ed il vino italiano. Quella che ci manca è l’Asia: abbiamo fatto l’Expo del 2010 a Shanghai, con una settimana di cucina al Padiglione Italia che fotografava Milano, con sette cuochi e show cooking ogni giorno, da Berton ad Oldani. Però è stata la cosa di una volta. Per cui Tokyo o la Cina sono un po’ il nostro sogno, non vicino, ma se mi si chiede del futuro”, dice Marchi, citando anche Hong Kong tra le possibili location.
Intanto, per la seconda volta, in collaborazione con Merano Wine Festival, accanto agli chef, ad “Identità Chicago” ci saranno anche 30 celebri cantine italiane. “Chicago - spiega Marchi - è nato come evento per dar voce ai cuochi, perché spiegassero il perché delle loro ricette. Ma quando sei al ristorante il vino è complementare e chiude il cerchio, come naturale alleato della cucina. E pian piano anche noi cerchiamo di dargli lo spazio che merita, consolidato il lavoro fatto con i cuochi”.

Focus - I più grandi chef italiani, da domani in Usa, “alfieri” dell’alta cucina made in Italy, con le “Identità”
Per la trasferta nella Grande Mela ad “Identità New York” - “100% Italia” (Eataly Ny, da domani fino al 3 ottobre), ogni chef ha scelto un ingrediente nel quale si riconosce: Ugo Alciati (Guido, Serralunga) il latte, Massimo Bottura (Osteria Francescana, Modena) il pane, Moreno Cedroni (Madonnina del Pescatore, Senigallia) l’olio, Carlo Cracco (Cracco, Milano) l’uovo, Andrea Migliaccio (Olivo del Capri Palace, Capri) il pomodoro, Vito Mollica (Four Seasons Firenze e Milano), Davide Scabin (Combal.zero, Rivoli) la pasta. Ed ognuno sarà protagonista di un confronto a quattro mani con un collega americano su quel prodotto: Tony Mantuano (pomodoro), Mario Batali (olio extravergine d’oliva), Michael White (pane), Jonathan Benno (uovo), Marc Vetri (latte), Fortunato Nicotra (pasta), Rita Sodi (fagioli).
“Identità Chicago” (Eataly Chicago, 6 e 7 ottobre) sarà, invece, una giornata dedicata alla cucina d’autore di grandi chef italiani e americani ed una ai vini di 30 grandi aziende vinicole italiane. A La Scuola - Eataly’s cooking school, ci saranno Heinz Beck (la Pergola, Roma) e Andrew Zimmerman (Sepia, Chicago). A seguire, Giuseppe Tentori (GT Fish & Oyster, Chicago) e Cristina Bowerman (Glass Hostaria, Roma). La sera, altra grande cena a 8 mani al ristorante Baffo di Eataly Chicago con Lidia Bastianich. Le cantine protagoniste? Da Farnese alla Cantina Terlano, da Kettmeir a Mastroberardino, da Vinosia (Luciano Ercolino) a Bastianich, da Falesco a Bellavista, da Guido Berlucchi a Borgogno, da Fontanafredda a Mirafiore, da Baglio di Pianetto a Tasca d’Almerita, da Castello Banfi alla Certosa di Bel Riguardo, da Petra a Ferrari, da Lungarotti ad Allegrini, da Astoria a Sartori, per citarne alcune.
Info:
www.identitagolose.it

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