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Le parole sono importanti, anzi, sono fondamentali. Anche nel racconto del cibo, come spiega la lunga storia dell’Accademia della Crusca, che, il 3 ottobre, ad Expo, metterà al centro la storia e gli autori delle parole del cibo, dal 1612 ad oggi

Le parole sono importanti, anzi, sono fondamentali. Anche nel racconto del cibo, come racconta la lunga storia dell’Accademia della Crusca (www.accademiadellacrusca.it), fondata nel 1583 a Firenze, e tra le più antiche accademie del mondo ancora esistenti. Centro di cultura di eccellenza per la lingua italiana, è anche un punto di riferimento internazionale per chiunque si interessi alla nostra lingua, specie grazie alla fama derivata dalla pubblicazione, nel 1612, della prima edizione del suo Vocabolario. Che conteneva, ovviamente, le parole del cibo usate allora, molte delle quali arrivate da mondi lontani, e tante sopravvissute fino ai giorni nostri.
Il 3 ottobre, al Cluster Biomediterraneo dell’Expo, saranno Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, e Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, a parlare delle parole del cibo presenti nel Vocabolario del 1612 e nelle successive edizioni.
Al centro, la storia di alcune parole del cibo arrivate in italiano da mondi lontani e poi fatte nostre, ma anche gli autori che hanno scritto sui temi della cucina, a partire dall’Artusi, e ancora, saranno illustrate le tecniche di “retrodatazione” delle parole con esempi sul cibo, sulle quali Ludovica Maconi, ricercatrice dell’Università del Piemonte Orientale, ha lavorato in un progetto comune dell’Accademia della Crusca e della casa editrice Zanichelli. In chiusura, quindi, gli studiosi dialogheranno con il pubblico su quanto queste parole hanno contribuito alla diffusione non solo della lingua ma anche della cultura italiana nel mondo.

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