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“Non c’è gusto. Tutto quello che dovresti sapere prima di scegliere un ristorante”: già il titolo dell’ultima fatica letteraria di Gianni Mura la dice lunga. Per districarsi nella ristorazione italiana fermandosi alla porta: da lì in poi c’è il gusto

C’è stato un tempo in cui per mangiare bene spendendo poco l’unica “stella polare” era quella del camionista “vedevi un Tir e ti fermavi”. Oggi, per dirla altrettanto schiettamente, tra ristoranti stellati, osterie di quartiere, guide storiche, TripAdvisor, e chi più ne ha ne metta, è un casino. Ma una delle firme del giornalismo italiano sportivo, un maestro, questa volta ci accompagna nei ristoranti d’Italia, anzi, no: appena oltre la porta, perché di lì in poi tocca a noi e al nostro gusto. Con una guida, anzi, no: una meta-guida per districarsi nel variegato mondo della ristorazione italiana. Ecco “Non c’è gusto. Tutto quello che dovresti sapere prima di scegliere un ristorante”, ultima fatica letteraria di Gianni Mura, un libro di consigli e un viaggio nell’Italia di ieri e di oggi attraverso l’inesauribile varietà della sua ristorazione, che mette in guardia su tutto ciò che è opportuno fare prima di sedersi a tavola per evitare solenni fregature. E, soprattutto, la celebrazione ostinata del gusto di condividere cibi e bevande con le persone che ci piacciono, di dedicare tempo e vita a ciò che aiuta a mantenere umani.
“Non so cucinarmi neanche due uova, ma il naso mi permette di salvarmi. È nelle zone impervie che si vede il vero rabdomante”, dice Mura, in un’intervista concessa a Malcom Pagani per
“Il Fatto Quotidiano” per l’uscita del volume (Editore Minum Fax, prezzo di copertina 13 euro; www.minimumfax.com). “Per me la tavola è sempre stata il luogo d’elezione per l’incontro. Quasi tutto ciò che so sull’amicizia l’ho imparato a tavola. Mangiare con chi ci somiglia rimane una delle ultime esperienze umane in un mondo, Italia compresa, che si sta disumanizzando”.
“C’è stato un tempo - ricorda Mura - in cui vagando per le strade, per mangiare tanto e bene pagando poco, l’unica stella polare era quella del camionista. Vedevi un Tir e ti fermavi”, mentre oggi “nell’imperversare delle mode sapersi muovere è un po’ come avere la patente o non averla. Oggi manca la bussola o al contrario, ne brillano troppe”. Ma ci sono voti e giudizi: “l’idea di dare i voti mi è passata insieme a quella originaria: diventare professore di italiano o di francese” e sempre guardando all’oggi, e alla democrazia del web, “TripAdvisor è un curioso fenomeno che va studiato e non nascondo la mia avversione alla tecnologia. Se sono arrivato a 60 anni senza consigli dal web posso andare anche oltre”.
A volte, in un’occasione speciale come quella di augurare un buon compleanno ad uno dei più grandi giornalisti italiani (70 anni, proprio oggi), certe “verità” val la pena ricordarle, a tutti.

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