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Fonte Ansa: il problema del cibo sprecato in Italia è che spreco reale e spreco percepito non coincidono, e quello domestico è superiore del 50% a quello dichiarato per un valore di 13 miliardi di euro l’anno. Parola del “Rapporto 2015 Waste Watcher”

Sul fatto che bisogna evitare di sprecare cibo siamo ormai tutti d’accordo e la consapevolezza è in Italia decisamente aumentata. Ma a parte questo dato acquisito, tantissimo c’è da fare. E questo emerge leggendo anche il “Rapporto 2015 Waste Watcher”, l’Osservatorio permanente sugli sprechi alimentari delle famiglie italiane prodotto da Last Minute Market, dove ci sono i primi dati assoluti (malgrado nel resto d’Europa sia una policy), dei “Diari di famiglia”, un test preciso che indica la misura quali-quantitativa dello spreco ad ogni pasto. Ecco così che spreco reale e spreco percepito non coincidono. Proprio alla luce di questo primo test infatti, condotto nella primavera 2015 da Waste Watcher con la validazione scientifica dell’Università di Bologna - Distal, è possibile affermare che lo spreco di cibo domestico reale è circa il 50% superiore allo spreco percepito e dichiarato nei sondaggi. Ne deriva che gli italiani sprecano effettivamente circa 13 miliardi di euro ogni anno con il cibo buttato nella pattumiera di casa. Come funziona il test dei “Diari di famiglia”, guidato dalla ricercatrice Claudia Giordano sotto la supervisione di Luca Falasconi? Con monitoraggi e rilevazioni annotate da famiglie campione (16 gruppi familiari intercettati dalla trasmissione di Radio2 “Decanter” e 30 gruppi multigenerazionali di famiglie di Bologna), che devono indicare con precisione la misura dello spreco ad ogni pasto e spiegano come il cibo gettato viene di volta in volta smaltito.

“Lo spreco di cibo, dalla dispensa di casa al frigorifero, dai fornelli al bidone della spazzatura domestico, vale complessivamente 8,4 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato”, spiega il fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè, presidente del Comitato tecnico-scientifico del Programma nazionale di Prevenzione dei rifiuti del Ministero dell’Ambiente, in occasione della “Giornata mondiale dell’Alimentazione” che si celebra domani, e in cui a Padova alla scrittrice Susanna Tamaro andrà il “Premio Vivere a Spreco Zero”.

Il “Rapporto 2015 Waste Watcher” si sofferma sui comportamenti degli italiani e registra che un italiano su 2 compila una lista della spesa per prevenire lo spreco e l’eccesso di acquisto (51%). Si tratta della medesima quantità di intervistati che attribuisce lo spreco domestico all’eccesso di cibo acquistato (46%). Rilevante il dato degli italiani che dichiarano di non gettare in automatico il cibo scaduto, ma di voler assicurarsi che sia davvero andato a male: sono l’81%, 4 su 5 italiani. E ancora: 3 italiani su 4 fanno la spesa al supermercato, e ben 9 italiani su 10 dichiarano di consultare abitualmente l’etichetta dei cibi acquistati. Come si comportano gli italiani? La percentuale degli italiani che chiede o auspica di ottenere una doggy bag al ristorante per non sprecare il cibo che avanza è del 30%, 1 italiano su 3. Il rapporto rileva poi l’aumentata sensibilità degli italiani per il tema spreco alimentare in rapporto all’impatto ambientale: quasi un plebiscito, 9 italiani su 10 finalmente mettono in relazione spreco di cibo e danno ambientale, altrettanto (oltre il 90%) per la richiesta di affrontare già da studenti il tema dell’educazione alimentare, come un vero e proprio insegnamento da impartire sui banchi di scuola, analogamente all’educazione civica. Auspicio per ora disatteso dalle linee direttrici della “Buona Scuola” che non ha introdotto focus specifici sull’educazione alimentare.

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