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Martina: “sull’allarme carne generato dallo studio dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc) non bisogna generalizzare e cadere in allarmismi”. Lorenzin: “In Italia abbiamo un sistema di lavorazione delle carni di altissima qualità”

“Sull’allarme carne generato dallo studio della Iarc non bisogna generalizzare e cadere in allarmismi, come è stato ribadito dagli esperti, mentre dobbiamo continuare il lavoro di educazione alimentare portato avanti anche nei sei mesi di Expo”. A dirlo il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, dopo la pubblicazione dello studio dell’International Agency for Research on Cancer che, insieme all’Oms, ha inserito la carne rossa e quella lavorata tra i prodotti a rischio cancerogeno per l’uomo.
“Abbiamo consumi al di sotto della soglia indicata dallo Iarc e i più alti standard qualitativi e di sicurezza a livello mondiale sulla produzione e lavorazione di carni. Questo grazie a disciplinari molto rigidi e controlli effettuati costantemente in tutta la filiera. Nel rapporto tra alimentazione e salute, conclude, è centrale l’equilibrio qualitativo e quantitativo del consumo dei cibi. Una regola che è parte integrante della piramide della Dieta mediterranea. Una cultura alimentare patrimonio mondiale dell’Unesco e all’interno della quale il modello italiano rappresenta un’eccellenza sotto il profilo delle abitudini alimentari e della produzione”.
“In Italia abbiamo un sistema di lavorazione delle carni di altissimo livello e qualità - ha sottolineato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - noi non utilizziamo, ad esempio, molte componenti che sono permesse in altre parti del mondo, e c’è una grande attenzione alla qualità del prodotto affinché questo sia il più possibile naturale nel modo in cui viene lavorato. Ciò è tipico dei nostri prodotti, ed è ciò che li rende anche tra i migliori al mondo - ha aggiunto - consumiamo comunque molto di meno rispetto ad altri paesi: mangiamo una quantità di insaccati molto minore rispetto ad esempio agli Stati Uniti. Quindi il segreto è mangiare poco di tutto, in modo appropriato, non fare diete fai da te e se si è soggetti a rischio seguire i consigli del medico. Ad ogni modo - ha concluso il Ministro - questo studio lo stiamo valutando e lo abbiamo inviato al Comitato per la sicurezza alimentare. Avremo modo di valutarlo”.
Ai Ministri fa eco Paolo De Castro, coordinatore per il gruppo dei socialisti e democratici della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo: “di fronte all’allarme lanciato ieri dall’Oms torna centrale il tema dell’educazione alimentare ed è rischioso criminalizzare il consumo di carne in sé, perché è evidente che devono essere messe sotto esame frequenza e quantità dello stesso consumo. Serve maggiore consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione corretta e bilanciata che, insieme a una idonea attività fisica, può sensibilmente migliorare le nostre condizioni di vita. Inoltre una condanna senza distinzioni non permette una corretta informazione del consumatore e rischia di amplificare la logica perversa ed estremamente parziale di sistemi di etichettatura degli alimenti non corretti come, ad esempio, quello a semafori inglese - aggiunge l’eurodeputato del Pd - a Bruxelles stiamo lavorando per varare entro l’anno il nuovo regolamento sull’educazione alimentare, un’opportunità storica per contribuire concretamente al miglioramento delle abitudini alimentari dei cittadini europei”.
“In quest’ottica, sarà fondamentale promuovere e rilanciare la dieta mediterranea, della quale da sempre sosteniamo l’altissimo valore qualitativo e per la quale nel 2007, insieme al ministro spagnolo Spinosa, abbiamo avviato il percorso per il suo riconoscimento come patrimonio immateriale dell’Unesco arrivato nel 2010”.

Focus - L’industria europea della lavorazione delle carni respinge al mittente la tesi sul rischio cancro per l’uomo legato al consumo delle carni rosse e delle carni rosse lavorate
L’industria europea della lavorazione delle carni (Clitravi) respinge al mittente la tesi sul rischio cancro per l’uomo legato al consumo delle carni rosse e delle carni rosse lavorate. “Esistono ampie prove scientifiche dei benefici del consumo di carne nell’ambito di una dieta sana e la carne e i prodotti a base di carne sono una fonte essenziale di nutrienti” riferisce l’organizzazione europea, ricordando l’importanza delle proteine e delle vitamine del gruppo B.
“È inappropriato attribuire ad un unico fattore l’aumento del rischio di tumore, in quanto si tratta di una materia molto complessa e che può dipendere da una combinazione di molti altri fattori come età, genetica, dieta, ambiente e stile di vita. Il rischio che deriva dal consumo di prodotti a base di carne risulta inferiore rispetto ad altri, come la mancanza di attività fisica o il fumo, e fattori ambientali come l’aria o l’acqua inquinata hanno mostrato valori di rischio molto più elevati in diversi tipi di tumori”, riferisce Clitravi.
“Il consumo attuale di carne e prodotti a base di carne nell’Ue è in media di 24 grammi al giorno, più basso di quello considerata come dose quotidiana (oltre 50 grammi al giorno) - spiega infine l’industria europea delle carni lavorate, che quindi consiglia - di mantenere l’attuale media di assunzione dei prodotti a base di carne, poiché il consumo eccessivo, come nel caso di qualsiasi altro alimento, non è mai appropriato”.

Focus - Confagricoltura: “l’allarmismo sulle carni rosse non fa bene ai consumatori ed agli allevatori”
“Alleviamo salute, la carne tra timori e verità”: è l’appuntamento convegnistico, promosso da Confagricoltura, il 6 novembre ad Asti, al quale è previsto l’intervento anche del presidente nazionale Mario Guidi.
“Non ci sottraiamo al confronto, anzi lo sollecitiamo - sottolinea Confagricoltura - ma, sul settore della carne, riscontriamo un allarmismo inutile, con ripercussioni sui consumi che potrebbero essere peggiori del periodo della BSE. Si sta facendo una pericolosa caccia alle streghe. I rapporti monografici dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Airc) - osserva Confagricoltura - si basano sull’identificazione degli agenti di rischio e non sulla valutazione del rischio. I risultati raggiunti (di cui peraltro ieri sono stati solo anticipati alcuni primi elementi), non devono quindi portare a conclusioni affrettate. Occorre attendere tutti i dettagli della complessa analisi e le sue indicazioni vanno comunque sottoposte dai governi e dalle agenzie sanitarie internazionali, a valutazioni del rischio. Tanto più che, come dichiarato dallo stesso direttore della Airc, Christopher Wild, la carne rossa ha valore nutrizionale”.
“Il consumo di carni rosse e preparate costituisce - precisa ancora Confagricoltura - un eventuale possibile rischio solo nel caso di consumi eccessivi o di prodotti trasformati di scarsa qualità; circostanze che tradizionalmente non trovano riscontro nei consumi nazionali. Esempio valido può essere la classificazione data dalla Airc sulle radiazioni solari; è classificata come agente di rischio elevato, senza che ciò pregiudichi per l’uomo l’esposizione ai raggi solari, che può essere effettuata con le dovute precauzioni. Bisogna bilanciare al meglio i possibili rischi del consumo che, per la carne rossa, sono solo ipotetici, con i benefici nutrizionali che sono indiscutibili. Intanto i danni economici che si stanno creando al settore zootecnico nazionale sono enormi ed acuiscono le enormi difficoltà che già vivono le aziende del settore”.

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