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“Lo avevamo detto sin dall’inizio: Expo per noi sarebbe stata solo una parentesi. Da tre decenni ormai ci occupiamo di Nutrire il Pianeta”: così Slow Food Italy che, Expo o non Expo, ha un calendario fittissimo, dal Ttip all’educazione alimentare

“Lo avevamo detto sin dall’inizio: l’Expo per noi sarebbe stata soltanto una parentesi, sei mesi di impegno diverso dal solito, in un contesto non propriamente consono alle nostre abitudini. Ci occupiamo del tema “Nutrire il Pianeta” da tre decenni ormai (nel 2016 si celebreranno i 30 anni dalla fondazione di Slow Food Italia) e continueremo a occuparcene anche in futuro”. Parola di Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia, che, aggiunge, “per noi, come per tante altre organizzazioni della società civile, la vera sfida inizia il primo novembre: chiude l’Esposizione Universale, ma non si può e non si deve interrompere la discussione su come nutrire dignitosamente un pianeta la cui popolazione è in costante crescita e l’impatto del sistema alimentare su ambiente, salute, giustizia è sempre più insostenibile”.
I cancelli di Expo non sono ancora chiusi, dice Slow Food Italia in una nota, “e noi già siamo al lavoro sui prossimi grandi appuntamenti, sulle battaglie e le campagne che, dopo aver attraversato questi sei mesi, tornano alla ribalta. Ecco perché domani ri-cominciamo, con un calendario fittissimo”. Nei prossimi giorni Slow Food sarà infatti impegnata a chiedere una legge per fermare il consumo di suolo, a proporre un bando definitivo agli Ogm o uno stop al Ttip. “Continueremo a difendere quella biodiversità che noi tuteliamo da ormai 20 anni con la nostra Arca del Gusto e a cui ora abbiamo dedicato un vero e proprio Osservatorio”.
In 500 scuole d’Italia l’11 novembre si celebra la “Festa dell’Orto in Condotta”, mentre a Roma il 29 novembre Slow Food partecipa alla grande giornata di mobilitazione in vista della Conferenza per il clima di Parigi, la Cop21. E ovviamente non si ferma il lavoro della chiocciola nei 2.000 orti che sono già nati in 34 Paesi africani, grazie all’impegno della sua rete di volontari e attivisti.
Info:
www.slowfood.it

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