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Dopo Expo c’è il Giubileo dove, come fa Papa Francesco nelle sue omelie, si continuerà a parlare di cibo e agricoltura. Confagricoltura: “occasione per affrontare in chiave etica e religiosa rapporto agricoltore-terra e paradosso spreco-abbondanza”

Il dopo-Expo? Il Giubileo, dove si continuerà a parlare di cibo e di agricoltura, come fa spesso Papa Francesco nelle sue omelie, e mettendoli al centro di “Laudato sì”, la sua “Enciclica verde”, vero e proprio manifesto per l’ambiente ed il rispetto delle risorse della terra. Ne è convinta Confagricoltura, che oggi nel convegno “Dall’Expo al Giubileo. Agricoltura protagonista. Etica, Salute, Alimentazione” all’Università Pontificia Lateranense a Roma, ha posto la questione al centro del dibattito: “Il dopo-Expo è il Giubileo. L’anno giubilare dedicato alla Misericordia (dall’8 dicembre al 26 novembre 2016) - ha detto il presidente di Confagricoltura Roma, Claudio Destro - dovrà essere l’occasione anche per affrontare, in chiave etica e religiosa, le tematiche del rapporto inscindibile tra l’agricoltore e la terra, del nutrire il pianeta senza sprecare, del paradosso dell’abbondanza delineato da Papa Francesco”. E non è un caso che il convegno si sia tenuto proprio nei giorni della chiusura dell’Esposizione Universale di Milano, a sottolineare la staffetta Expo-Giubileo su tematiche che finalmente sono arrivate al cuore della gente.
“Deve proseguire l’attenzione anche mediatica sui temi del cibo e del suo valore, non solo economico ma anche morale, cogliendo l’occasione dell’atteso arrivo a Roma di milioni di pellegrini - ha osservato Destro - occorre mantenere alta l’attenzione su questioni fondamentali, che stanno a cuore anche alla Chiesa. Come l’impegno dell’agricoltore a produrre di più, per sfamare il pianeta, ma con meno chimica, meno impatto sull’ambiente, più attenzione alla qualità ed alla sostenibilità; come le iniquità sull’accesso al cibo con il fenomeno dello spreco in una parte del mondo mentre nell’altra ancora c’è malnutrizione”.
Nell’incontro i relatori hanno approfondito temi e bisogni: produrre e consumare con etica secondo Monsignor Roberto De Odorico, segretario generale dell’Università Pontificia; la necessità di filiere “colte” anziché corte ha detto Andrea Segrè, presidente della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige ed ideatore di Last Minute Market; cibo e salute come allarmismi spesso infondati secondo Francesco Riva, chirurgo dell’ospedale Eastman di Roma; la globalizzazione che si teme, ma che è anche una grande occasione per l’europarlamentare Paolo De Castro.
“È vero che bisogna passare dalla logica dell’abbondanza a quella dell’abbastanza - ha sottolineato il vice presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenendo al convegno assieme al dg Luigi Mastrobuono - ma è anche vero che i bisogni di derrate alimentari, di prodotti della terra, crescono sia per l’aumento della popolazione mondiale, sia per un miglioramento delle condizioni economiche in molti Paesi che stanno prendendo la via dello sviluppo. Gli agricoltori hanno il compito di produrre di più, ma di farlo in modo diverso, per questo sono fondamentali l’innovazione e la ricerca applicata”.

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