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È “cibo della pace” mania in tutta Italia in vista del Giubileo della Misericordia: dal biscotto per Papa Francesco al “Pane dell’accoglienza”, dal vino alle ricette passando per i lamponi della pace fino al food truck con ostie e miele (fonte: Ansa)

È “cibo della pace” mania in tutta Italia: dal biscotto per Papa Francesco al “Pane dell’accoglienza”, dal vino alle ricette passando per i lamponi della pace fino al food truck con ostie e miele. E la tavola diventa, così, messaggera di fratellanza. Con il Giubileo della Misericordia, che si apre l’8 dicembre, riporta l’Ansa, pellegrini e visitatori della Capitale potranno degustare, nelle 40 panifici artigianali della Cna Roma, il “Pane dell’accoglienza di Roma” contraddistinto da una croce Tau, simbolo francescano e ultima lettera dell’alfabeto ebraico, su ogni forma. Nello spirito solidale dell’anno giubilare indetto da Papa Francesco potrà essere venduto anche come “pane sospeso”, lasciando il conto pagato ai bisognosi, così come avviene a Napoli per il caffè sospeso.
A Prato arriva, invece, il “Biscotto per Papa Francesco”, omaggio della tradizione dolciaria pratese al Santo Padre che potrà degustare questa specialità dai colori del Vaticano durante il pranzo organizzato il 10 novembre alla mensa della Caritas di Firenze. Sono dieci le pasticcerie e i forni della città toscana aderential “Consorzio di valorizzazione e tutela del biscotto di Prato” a infornare questi biscotti vestiti a festa con la candida glassa al vin santo di Carmignano. Il contributo per le degustazioni (5 euro) è infatti destinato all’Emporio della Solidarietà della Caritas.
Da oltre 30 vendemmie a Cormons, nel Collio friulano, viene invece prodotto il “vino della pace”, spedito poi ogni anno in dono alle personalità internazionali, con un’etichetta speciale affidata ogni anno a grandi artisti. Si tratta di vigneti, in gran parte a conduzione biologica, composti da 600 vitigni provenienti da tutto il mondo per partecipare al progetto che promuove un messaggio di pace e fratellanza. Valori espressi, già a Expo, dal Giappone col progetto Peace Kitchen con chef provenienti da tutto il mondo che hanno creato ad hoc alcune “ricette di pace” a dimostrazione che il cibo può avvicinare le persone e creare un nuovo senso di comunità. Mentre nel Cluster Biomediterraneo, lo chef Pietro D’Agostino, ambasciatore della cucina siciliana nel mondo, ha dedicato una nuova ricetta a base di farina di Tumminia e altre tipicità insulari al “Percorso di avvicinamento al dialogo ed alla pace” promosso dall’Università Telematica San Raffaele di Roma.
Sempre nell’universo vegan con la manifestazione dedicata al mondo della cucina naturale, organizzata da www.vegolosi.it a Milano, il 25 ottobre, è stato lanciato il”Cibo per la pace”, un concorso letterario sul tema della consapevolezza alimentare. E mentre la cooperativa agricola Insieme continua a produrre “Lamponi di pace” per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, è partito da Milano il “food truck” con ostie e miele dell’Alto Molise insieme al meglio dei prodotti enogastronomici molisani della civiltà pastorale per riprodurre in dieci tappe in dieci città (Milano, Parma, Modena, Bologna, Rimini, Ancona, Teramo, L’Aquila, Foggia, Campobasso) la “Cucina gourmet in movimento” e la civiltà della transumanza.

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