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La Guardia di Finanza di Vercelli smaschera nuova frode in commercio: maxisequestro falso riso biologico, denunciate 6 aziende. Le Fiamme gialle hanno sottoposto a sequestro preventivo oltre 3.800 tonnellate di chicchi incriminati

Dopo quella dell’olio extravergine d’oliva, che extravergine non era, il falso riso biologico. Una nuova frode in commercio scuote il settore alimentare e, questa volta, coinvolge la patria della risicoltura: Vercelli. I titolari di sei aziende agricole della provincia sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza per aver spacciato come biologico un riso ottenuto invece con metodi convenzionali, fitofarmaci compresi. Le Fiamme Gialle, oltre alla denuncia dei responsabili per frode in commercio tentata o consumata, hanno anche sottoposto a sequestro preventivo oltre 3.800 tonnellate dei chicchi incriminati.
L’indagine, coordinate dal Sostituto Procuratore di Vercelli Ezio Domenico Basso, ha riguardato i produttori autorizzati dalla Regione Piemonte a coltivare secondo il metodo bio. Tramite i tecnici dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, sono stati prelevati campioni di terreno, acque, piantine di riso su diversi appezzamenti scelti tra quelli coltivati secondo questa pratica. L’esito delle indagini tecniche, disposte dalla procura vercellese, ha evidenziato nei campioni la presenza di diserbanti non consentiti nella agricoltura biologica. E tutte in percentuali superiori ai limiti di tolleranza.
Gli agricoltori denunciati utilizzavano i fitofarmaci allo scopo di aumentare la resa per ettaro: il riso biologico viene pagato il triplo rispetto a quella tradizionale ma, per costare tanto, non può essere coltivato con gli agenti chimici che, stando alle analisi, venivano invece applicati dalle aziende per combattere le erbe infestanti. Nulla di nocivo per la salute, proprio come nel caso dell’olio extravergine, o presunto tale, ma un altro inganno per i consumatori.
Il riso biologico è molto richiesto dal mercato e nel 2014 le telecamere della trasmissione di Rai Tre “Report” erano arrivate tra le risaie del Nord Ovest per un approfondimento sul fenomeno del finto riso biologico, intervistando diversi risicoltori delle province di Vercelli, Novara e Pavia. La trasmissione, in onda il 14 dicembre scorso, aveva scatenato la reazione dell’Associazione Nazionale Giovani Agricoltori, che aveva chiesto di tutelare le aziende agricole italiane oneste sul fenomeno del riso biologico, un prodotto sempre più diffuso e allo stesso modo contraffatto.

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