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Gli adolescenti bevono di meno e iniziano più tardi, specie per adeguarsi al gruppo, ma di alcol in famiglia si parla sempre meno: secondo l’ultima indagine Opga, il 16% dei 13/14enni del Belpaese non ha mai provato una bevanda alcolica

Gli adolescenti bevono di meno e iniziano più tardi, ma di alcol si parla meno in famiglia. Secondo l’indagine Opga - Osservatorio Permanente Giovani e Alcool (www.alcol.net), basata sulla ricerca Società Italiana Medicina dell’Adolescenza su 2.156 13/14enni, il 16,6% dei giovani non ha mai provato una bevanda alcolica (-7,2% sul 2012). Aumentano quindi i non bevitori, e si riducono sia i bevitori occasionali (-8,3%) che quelli abituali (-8,8%). Viene ritardato soprattutto il primo assaggio: per il 37,8% avviene dopo i 10 anni (-3,8% rispetto al 2012), con le ragazze meno precoci dei maschi, e in un contesto guidato da figure familiari nel 76% dei casi (soprattutto genitori): solo l’11% fa la prima esperienza esclusivamente con coetanei. I primi consumi avvengono ai pasti (39,8%) e in circostanze speciali come feste (11,6%) e la preferenza dei ragazzi va a drink poco alcolici, seguiti da birra e vino.

Dalla ricerca emerge anche che il 18,5% dei giovani ha sperimentato l’ubriachezza almeno una volta, in lieve flessione sul 2012 (19,9%), mentre per più episodi di ubriachezza si scende dal 6,8% al 4,8%. I giovani del Sud toccano la punta massima di abuso (23,3%) contro il 12,5% del Nord-Est. E se la famiglia sembra avere una funzione “protettiva” contro gli eccessi rispetto agli amici, il consumo o abuso di alcol non sembra molto presente nelle discussioni: le famiglie che trattano frequentemente coi figli il problema sono solo una su sei, mentre il 52,9% lo ha fatto raramente e il 28,9% mai. I giovani affermano di bere per “adeguarsi al gruppo” (46,8% contro il 45,1% del 2012), per “divertirsi” (43,3% contro il 59% del 2012) e per dimenticare i problemi (37,9%).

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