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Il mercato del Parmigiano Reggiano mostra qualche segno di ripresa, segnando, negli ultimi 10 mesi, una crescita delle vendite nella Gdo pari al 2,3%. Il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai: “troppo presto per parlare di ripresa”

Il mercato del Parmigiano Reggiano mostra qualche segno di ripresa: nei primi 10 mesi 2015, e in netta controtendenza rispetto ad un mercato complessivo dei formaggi duri che registra una flessione del 2,9%, il Parmigiano Reggiano ha fatto segnare una crescita delle vendite nella gdo pari al 2,3%, trend che dovrebbe registrare un ulteriore miglioramento in vista delle festività natalizie e di fine anno. “Troppo presto - sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai - per parlare di ripresa, ma quel che è certo è che si registra un lieve rialzo delle quotazioni e, soprattutto, una ripresa dei consumi interni ed un ottimo andamento delle esportazioni, che dovrebbero concorrere a sostenere un’inversione di tendenza rispetto ai mesi scorsi”.
Per i prezzi all’origine, nell’ultimo mese, la Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma) ha registrato un aumento di 10 centesimi/chilo, accompagnato dai primi segnali di riduzione delle scorte; a questi movimenti si associa un aumento delle esportazioni, a fine agosto, pari al 7,2% per il prodotto in forme o porzionato, con una crescita ancor più rilevante, e pari al 14,7% per il grattugiato.
“In quest’ambito - spiega Alai - il dato più significativo è rappresentato dal flusso verso gli Stati Uniti, cresciuto di oltre il 20% proprio laddove continuiamo a scontare i più pesanti e negativi effetti della presenza di formaggi che si richiamano al nostro prodotto, sfruttando l’assenza di legislazione a tutela delle Dop che chiediamo sia il fulcro dei negoziati Ttip in corso tra Unione Europea e autorità americane”.
Se il dato dovesse mantenersi anche nel consuntivo di fine anno, il 2015 potrebbe portare gli Usa ad essere il primo mercato di destinazione del Parmigiano Reggiano, che oggi vede nella Germania e nella Francia i Paesi leader nei consumi esteri proprio davanti agli Stati Uniti.

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