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Trasformare un problema in un’opportunità: ecco “Filiera Selvatica”, il progetto per il trattamento e la commercializzazione della carne di fauna selvatica, nato in provincia di Pistoia, per portare sulle tavole carne di selvaggina a chilometro zero

Trasformare un problema in un’opportunità: potremmo riassumere così “Filiera Selvatica”, il progetto per il trattamento e la commercializzazione della carne di fauna selvatica nato in provincia di Pistoia, per portare sulle tavole la carne di selvaggina a chilometro zero. Proprio quella di cinghiali ed altri animali che, negli ultimi mesi, hanno messo a ferro e fuoco l’agricoltura toscana, devastando coltivazioni e, non di rado, i vigneti.
Finanziato dalla Provincia di Pistoia, e curato da D.R.E.Am. Italia, “Filiera Selvatica” è un progetto dell’Atc - Ambito Territoriale di Caccia di Pistoia, ed un’opportunità per utilizzare in modo sostenibile una risorsa rinnovabile come la selvaggina, che va colta partendo dalla formazione del cacciatore, da un consumatore consapevole e da chi prepara la carne di selvaggina ai propri ospiti: ristoranti o agriturismi del territorio.
La presentazione ufficiale del progetto andrà in scena il 17 dicembre a Lamporecchio, ma sono già tante le attività messe in campo, a partire dalla formazione dei cuochi alla preparazione dei piatti, curata dal famoso chef Igles Corelli, e da quella dei cacciatori per la conservazione ed i primi trattamenti igienico-sanitari della selvaggina direttamente nelle zone di abbattimento.

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