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Via libera finale alla legge contro gli sprechi alimentari in Francia. La norma, votata a dicembre dall’assemblea nazionale, impone alla gdo di stipulare accordi con organizzazioni del terzo settore. Focus - Coldiretti: in Italia taglio agli sprechi

Via libera finale alla legge contro gli sprechi alimentari in Francia. La norma impone ai grandi supermercati di stipulare accordi con le organizzazioni del terzo settore e ai ristoratori di mettere a disposizione dei clienti la “doggy bag” per gli avanzi. La Francia si pone così come Paese d’avanguardia nella lotta agli sprechi alimentari e cerca di dare maggior sollievo ai 3,5 milioni di cittadini che dipendono per il loro sostentamento dall’elargizione di pasti gratuiti.
La norma si rivolge ai supermercati di almeno 400 metri quadrati (quindi, di grandi dimensioni) e li obbliga a girare alle organizzazioni caritatevoli il cibo prossimo alla data entro la quale è “preferibile” consumarlo, oppure di trasformarlo in mangime per gli animali o ancora compost. Per far sì che ciò accada davvero, si prevede un obbligo di accordo con le organizzazioni e la mancata definizione di questi protocolli può costare fino a 75.000 euro di multa o due anni di reclusione. Nel maggio scorso, le disposizioni contenute nella nuova normativa adottata, in via definitiva, ieri dal Senato erano state aggiunte alla legge energetica, ma il Consiglio costituzionale le aveva escluse dalla normativa energetica per pure questioni procedurali.
Nella nuova legge dedicata alla lotta al “gaspillage alimentaire” (spreco alimentare) - votata a dicembre dall’assemblea nazionale e ora adottata - è prevista una gerarchia delle azioni da mettere in campo per evitare lo spreco: dalla prevenzione all’utilizzo a fini energetici passando dal recupero attraverso il consumo umano o per l’alimentazione degli animali. La normativa, inoltre, rende obbligatorio il ricorso a una convenzione tra un distributore di derrate alimentari e un’associazione caritativa. Sono previste, inoltre delle sanzioni per evitare la distruzione volontaria delle derrate alimentari ancora consumabili da parte del commercio al dettaglio e modifica le normative sulla responsabilità dei produttori sui prodotti difettosi. Infine integra la lotta allo spreco alimentare nel percorso scolastico e nel campo della responsabilità delle imprese.

Focus - Coldiretti: in Italia 6 persone su 10 tagliano sprechi, da doggy bag a km 0
Dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, ma anche la richiesta della doggy bag al ristorante e la spesa a chilometri zero che, tagliando le intermediazioni, consente di acquistare prodotti più freschi che durano di più. Sono queste le strategie messe in atto da sei italiani su dieci che hanno diminuito o annullato gli sprechi alimentari, secondo una indagine Coldiretti/Ixé, alla vigilia della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco, di scena il 5 febbraio.
“Un problema che riguarda in Italia l’interna filiera dove gli sprechi alimentari - sottolinea la Coldiretti - ammontano in valore a 13 miliardi che sono persi per il 54% al consumo, per il 21% nella ristorazione, per il 15% nella distribuzione commerciale e per l’8% nell’agricoltura e per il 2% nella trasformazione. Un tema di rilevanza mondiale ed europea tanto che è stato posto tra gli obiettivi del semestre di presidenza olandese dell’Unione Europea sotto il pressing dei diversi Paesi. Se in Italia con il progetto “Sprecozero” ci si è posti l’obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo nel 2016, il Parlamento francese ha approvato definitivamente il 3 febbraio una serie di misure contro lo spreco di cibo. I supermercati con una superficie superiore ai 400 metri quadrati - spiega la Coldiretti - sono obbligati a donare il cibo invenduto a organizzazioni caritatevoli con l’introduzione di multe fino a 75.000 euro, ma anche la detenzione. La normativa prevede una gerarchia di azioni da mettere in campo per evitare lo spreco, dalla prevenzione con campagne educative nelle scuola al consumo umano, dall’utilizzo a fini energetici a quello per gli animali. Il provvedimento - conclude la Coldiretti - è stato approvato dopo che con il nuovo anno è scattato l’obbligo per i grandi ristoranti francesi di rendere disponibile a fine pasto ai loro clienti la doggy bag, un box dove riporre gli avanzi del pasto da riportare a casa”.

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