Di giravolte, la politica, ce ne ha fatte vedere di qualsiasi genere: liberali più statalisti di tanti socialisti, cattolici più libertini di tanti liberali, cambi di opinione, e spesso di casacca, più repentini di un cambio di armadio a fine stagione. Ma quella dell’ex premier Silvio Berlusconi, finito ormai ai margini della politica, più che una giravolta è un cambio di passo deciso, nel suo genere unico, e francamente non ha molto a che vedere con la politica: ha deciso, come racconta in un’intervista al quotidiano “Corriere della Sera” (www.corriere.it), di diventare vegetariano. Già, perché, da quando ha letto “delle sofferenze degli animali che viaggiano verso il macello, e quindi verso la morte, m’è passata la voglia di mangiare carne. Posso farne a meno, della carne. E lo farò”. E ancora, “stiamo parlando di creature meravigliose. Come si fa a ucciderle? Come si fa a mangiarle?”.
Sarà l’incombere degli 80 anni, ma il fondatore di Forza Italia pare deciso a diventare vegetariano, ed in effetti, come sottolineano gli analisti più scafati, avvisaglie in tal senso c’erano già da qualche settimana, da quando cioè tra i sette punti del programma del candidato sindaco di Milano per il Centrodestra è comparsa la “difesa degli animali e dell’ambiente”. E ancora, in riunione con i coordinatori regionali del partito, pare che si sia lasciato andare ad un “m’è passata la voglia di mangiare carne”, mentre dalla cucina di Arcore ci si interroga su come fare il ragù senza carne. Una giravolta, che non sconvolgerà il panorama politico italiano, ma di certo avvicina la figura di Berlusconi, che in passato si è paragonato a De Gasperi e Mandela, a quella di altri grandi della storia: Gandhi, Tolstoj, Voltaire, Pitagora, Leonardo da Vinci e Erasmo da Rotterdam, tutti vegetariani. E chissà che non gli porti anche una buona dose di simpatia e qualche voto, tra gli irriducibili amanti degli animali.
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