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Il milione di firme per la candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio Unesco una passione planetaria: gli americani sono i maggiori consumatori (13 kg a testa l’anno), gli italiani guidano la classifica Ue (7,6). Così Coldiretti

Il milione di firme raccolte nella petizione a sostegno della candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale dell’Unesco testimonia che la passione per la pizza è diventata planetaria, con gli americani che sono i maggiori consumatori di pizza con 13 chili a testa, mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 kg all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci, che con 3,3 kg di pizza pro capite annui chiudono questa classifica. Lo afferma la Coldiretti che ne ha raccolte quasi la metà grazie all’impegno della rete dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica lungo tutta la Penisola, ma anche in occasione di Expo. Un risultato al centro dell’incontro “L’arte della pizza napoletana: storia e tradizione di una passione”, promosso dalla Fondazione UniVerde, insieme a Coldiretti e all’Apn, Associazioni Pizzaiuoli Napoletani, in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unesco, per presentare la campagna #pizzaunesco e celebrare il primo milione di firme raccolto a sostegno dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani.
La pizza napoletana, unico tipo di pizza italiana riconosciuta in ambito nazionale ed europeo (dal 4 febbraio 2010, infatti, è ufficialmente riconosciuta come Specialità Tradizionale Garantita della Comunità Europea) è il prodotto gastronomico made in Italy più conosciuto al mondo, un vero e proprio simbolo dell’Italia, frutto di un’arte secolare minacciata da una globalizzazione che rischia di reciderne le radici culturali e che merita, pertanto, il riconoscimento da parte dell’Unesco, tanto da aver ottenuto, grazie alla grande mobilitazione di cittadini e personalità di tutto il mondo e all’impegno del Governo italiano, la candidatura ufficiale da parte della Commissione Nazionale Italiana Unesco nel marzo 2015 poi ripresentata nel marzo 2016. La world petition #pizzaUnesco ha avuto il sostegno di molte istituzioni culturali e sociali, organizzazioni, professionalità e personalità con eventi in tutto il mondo: da Londra a New York, da Buenos Aires e da S. Paolo a Las Vegas fino al Giappone e all’Australia.
“La partecipazione attiva della Coldiretti alla campagna ha l’obiettivo per garantire pizze realizzate a regola d’arte con prodotti genuini e provenienti dall’agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria internazionale” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro con almeno 100.000 lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali se ne aggiungono altri 50.000 nel fine settimana”.

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