Expo Milano 2015, “Nutrire il Pianeta - Energia per la vita”, non ha solo portato al centro dell’attenzione mondiale, per mesi, i temi del cibo e dell’agricoltura, con il made in Italy in testa, e contribuito al record delle esportazioni dell’agroalimentare italiano (36,8 miliardi di euro nel 2015). A poco più di un anno dalla sua apertura (1 maggio 2015), emerge che l’impatto economico generato dalla kermesse è stato (e sarà) migliore delle aspettative: 31,6 miliardi di euro di indotto un valore aggiunto (Pil) di 16,9 miliardi di euro (dati stimati per il periodo 2012-2020), e prodotto un gettito fiscale aggiuntivo stimato in mezzo miliardo di euro. A dirlo una ricerca della Sda Bocconi, presentata a Milano alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, e di quello dell’Economia Piercarlo Padoan. Che ha messo in evidenza altri dati interessanti, come i 242.000 occupati generati, l’“eredità” di 10.000 imprese nate per effetto di Expo, di cui il 50% dovrebbero rimanere attive almeno fino al 2020, o quella di 462 milioni di euro sul fronte immobiliare per la riconversione del sito di Expo, oltre ad un +5,5% di arrivi turistici a livello nazionale. E la spesa media dei visitatori di Expo che, biglietti esclusi (che sono stati 21,4 milioni, il 31% dall’estero), è stata di 141 euro per gli italiani, e di 274 per gli stranieri.
Anche se, ovviamente, sono state Milano e la Lombardia a beneficiare di più di Expo: per la Regione, secondo Sda Bocconi, l’indotto 2012-2020 è pari a 18,7 miliardi di euro in termini di produzione aggiuntiva, con un valore aggiunto di 8,6 miliardi; per Milano l’indotto stimato è pari a 16,1 miliardi, con un valore aggiunto di 7,4 miliardi di euro.
I numeri elaborati da Sda Bocconi, spiega la ricerca, sono ricavati anche dai dati ufficiali comunicati da Expo Spa: 980 milioni di costi di gestione 2009-2015, 1,11 miliardi di investimenti in opere di Expo 2015, 1,07 miliardi di investimenti dei Paesi partecipanti, e 170 milioni di euro di advertising nel sito di Expo.
“L’impatto economico è migliorato rispetto alle stime elaborate nel 2013 - ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - se confrontiamo i dati dell’impatto economico stimato nel 2013 con i dati di monitoraggio al 21 dicembre 2015, abbiamo un miglioramento dei valori della produzione aggiuntiva, del valore aggiunto e del dato occupazionale superiore al 30%. Un miglioramento dovuto al maggiore flusso di visitatori e all’incremento delle imprese nate con Expo”.
“Expo - ha detto Padoan - è la best practice per fare il turnaround in Italia e fuori. Il termine indica una situazione in cui si mischiano grandi potenzialità e debolezze. È l’esempio migliore per mettere in luce le potenzialità dell’Italia, e liberarsi delle debolezze. Tanto più se si pensa che Expo ha prodotto un gettito fiscale aggiuntivo stimato in mezzo miliardo. Può sembrare una cifra modesta ma vi assicuro che nella sedia che occupo in questo momento non lo è per niente”.
“C’è un punto di contatto tra il successo di Expo e quello del nostro export agroalimentare - ha aggiunto il Martina - nel periodo da maggio a dicembre c’è stato un aumento di 1,7 miliardi, pari ad un incremento del 7,5%. Per l’agroalimentare il 2015 è stato un anno record, 36,8 miliardi di euro contro i 34,6 del 2014. Un risultato in linea con l’obiettivo, che è di arrivare ai 50 miliardi entro il 2020”.
Soddisfatto l’ex commissario Expo (e candidato Sindaco di Milano per il centrosinistra) Giuseppe Sala: “I numeri parlano da soli. Una spinta per la campagna elettorale a sindaco? No, ma sono una soddisfazione. Avrei moltissimo da dire, anche dopo tutti i commenti anche malevoli che sono stati fatti. Non credo avremmo sperato un anno prima in numeri così belli, quindi spero con questo si chiuda tutta una serie di polemiche pretestuose”. Di avviso diverso il candidato del centrodestra a Milano, Stefano Parisi: “Expo non ha lasciato un segno tangibile e definitivo per la città”.
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