02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Cibus 2016: in un mondo in cui la popolazione cresce e il suolo coltivabile si riduce, il futuro è bioeconomia, riducendo e riutilizzando scarti alimentari e sottoprodotti: così il “World Food Research & Innovation Forum”. Il packaging? “Circolare”

La popolazione mondiale cresce a tassi vertiginosi, sarà a 9 miliardi nel 2030, mentre il tasso di fertilità del pianeta si abbassa progressivamente ed il suolo coltivabile a disposizione rimane invariato con l’aggravante di alcune attività umane che contribuiscono al suo degrado. Da qui la necessità di ridurre la produzione di sottoprodotti e scarti agroalimentari rendendo i processi più efficienti e riutilizzando al massimo questi sottoprodotti. Insomma il futuro si chiama bioeconomia. È lo scenario tracciato dall’edizione n. 2 del “World Food Research & Innovation Forum”, il forum internazionale sulla ricerca, la sostenibilità e la sicurezza nel settore agroalimentare promosso dalla Regione Emilia-Romagna con il contributo di Aster, Consorzio per l’innovazione e la ricerca industriale, che si è svolto a Parma in occasione di Cibus, il Salone Internazionale dell’alimentazione (Fiere di Parma, dal 9 maggio ad oggi; www.cibus.it). Dove si guarda al futuro anche del food packaging, perché cambiare oggi strategia non è solo un’opportunità, ma anche una necessità, per la tutela dell’ambiente e per l’economia del settore agroalimentare, secondo uno studio di Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, curato da Francesco Bertolini dell’Università Bocconi di Milano. Studio che ha evidenziato come oggi sia evidente la necessità di rivolgersi sempre di più verso nuovi imballaggi compostabili (carta, bioplastica o poliaccoppiato carta e bioplastica), soluzioni sempre più vantaggiose anche per le implicazioni economiche grazie alla sostituzione del food pack tradizionale in plastica con materiali “circolari”, ovvero prodotti che mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non creano rifiuti.
Al “World Food Research & Innovation Forum”, studiosi ed esperti internazionali provenienti da diversi Paesi (Italia, Germania, Francia, Canada, Stati Uniti, India, Cina, Vietnam), multinazionali e organizzazioni internazionali si sono confrontati per favorire la condivisione di ricerche e saperi sulla sicurezza alimentare e la nutrizione, per promuovere l’attuazione di politiche integrate per lo sviluppo e la cooperazione globale. Il forum, prosecuzione ideale e concreta di Expo 2015 Milano e dei principi sanciti dalla Carta di Milano, si svolgerà con cadenza biennale sempre al Cibus di Parma. Il prossimo appuntamento è previsto nella primavera del 2018, mentre nel frattempo l’attività organizzativa e di studio sarà svolta da quattro piattaforme di lavoro.
Intanto, si stima che un uso più efficiente delle risorse lungo l’intera catena di valore potrebbe ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali del 17%-24% entro il 2030, con risparmi per l’industria europea dell’ordine di 630 miliardi di euro l’anno.
Attraverso l’economia circolare l’industria europea potrebbe realizzare notevoli risparmi sul costo delle materie e innalzare potenzialmente il Pil dell’Ue fino al 3,9%, attraverso la creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti.
Il conseguimento dei nuovi obiettivi della Commissione Ue in materia di rifiuti basati sull’approccio dell’economia circolare (riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell’80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili) creerebbe poi 580.000 nuovi posti di lavoro oltre a ridurre l’impatto ambientale e le emissioni di gas a effetto serra. Molti prodotti di largo consumo potrebbero inoltre permettere di ridurre, se corredati di un packaging “circolare”, lo spreco alimentare (si parla di 190.000 tonnellate di cibo sprecato per una valore di 5 milioni di euro). In particolare i vassoi per l’ortofrutta e i salumi, quelli per la carne fresca confezionata in atmosfera modificata, la quarta gamma per il confezionamento delle insalate e si sta lavorando anche per pesce fresco e affumicato e per prodotti da forno.
Tutto questo con importanti risposte economiche, in primis un risparmio di 1,9 milioni di euro sulle mancate inefficienze, l’invio al compostaggio di 91.737 tonnellate di packaging compostabile (che salgono fino a 142.011 tonnellate considerando anche lo scarto alimentare della gdo), un aumento nell’utilizzo di carta in sostituzione al packaging plastico pari a 84.874 tonnellate (+12% circa sulla produzione di scatole e astucci in cartoncino teso) e, infine, un aumento del mercato delle bioplastiche pari 25.292,8 tonnellate. Non dimenticando le 8 milioni di tonnellate di plastica che ogni anni finiscono nei mari: mangiare meglio a tavola aiuterà a limitare sostanzialmente questa gravissima emergenza ambientale.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli