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Il rientro dei cervelli potrebbe trovare spinta in Human Technopole, il polo scientifico voluto dal Governo nell’area Expo Milano sui temi della genomica collegata all’alimentazione (Fonte: Ansa)

Il “rientro dei cervelli” potrebbe trovare un’ulteriore spinta dal progetto Human Technopole, il polo scientifico voluto dal Governo italiano che dovrebbe sorgere nell’area Expo a Milano: oggi è arrivato il sì al progetto da parte degli scienziati italiani che lavorano oltreoceano. La prestigiosa Issnaf (Italian Scientists & Scholars of North America Foundation) si è schierata a favore del progetto. Ad un’unica condizione: che il polo scientifico cresca sui temi della genomica applicata all’alimentazione.
Tra i ricercatori membri di Issnaf figurano tre premi Nobel in Medicina: Renato Dulbecco (che vinse il Nobel nel 1975 e sostenne l’associazione fino agli ultimi giorni), Louis Ignarro (Nobel 1998), Mario Capecchi (2007), e Riccardo Giacconi (Nobel Fisica 2002). Per il presidente, Vito Campese, Issnaf è “una immensa risorsa che l’Italia dovrebbe utilizzare con maggiore convinzione”. E Human Technopole da questo punto di vista rappresenta “una grande occasione da cogliere al volo”.
Gran parte dei membri Issnaf si sono laureati in Italia prima di emigrare in Nord America e molti mantengono stretti rapporti di collaborazione con centri italiani di ricerca. “Questo rapporto potrebbe e dovrebbe intensificarsi - sottolinea Campese - con una migliore coordinazione con le istituzioni italiane”.
Secondo l’executive director di Issnaf, Monica Veronesi, Human Technopole può rappresentare “il primo di una serie di progetti che l’Italia mette in campo per attirare italiani che sono ora all’estero”. “È un’opportunità unica per il Paese - aggiunge Filippo Mancia, biologo strutturale che fa ricerca e insegna alla Columbia University di New York - finalmente c’è la possibilità di creare un ambiente internazionale per il tipo di composizione e per la rilevanza delle ricerche. Se il recruiting sarà fatto utilizzando i metodi meritocratici, alla stregua di quelli utilizzati in Usa, avrà i presupposti per esser di successo. Nel mio settore - aggiunge - c’è stata una rivoluzione grazie ai microscopi elettronici di ultima generazione. Una macchina costa oltre 5 milioni di dollari. Solo a Manhattan ne abbiamo cinque, in Italia nessuna. Il polo di Milano potrebbe esserne dotato”.
Secondo Paolo Sassone-Corsi, direttore del Center for Epigenetics and Metabolism alla University of California, “nei Paesi dove la ricerca è più valorizzata le scelte strategiche vengono prese dal Governo: funziona così il National Institute of Health, gestito a livello federale negli Usa, o il Max Planck Institute in Germania”. L’elemento fondamentale, aggiunge, è che vi sia una rigorosa verifica dei risultati: “è fondamentale che Human Technopole abbia una timeline e obiettivi precisi. Un polo di ricerca sui temi della genomica collegata all’alimentazione è molto attuale: l’Italia non ha ancora un centro di genomica importante, questa è l’occasione. Ma sarebbe illogico finanziare Human Technopole ed escludere altre strutture. Spero che il Governo investa sempre di più nella ricerca scientifica di qualità in Italia”.

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