“I voucher hanno dimostrato di essere un notevole supporto nella lotta contro il lavoro nero in agricoltura, che ha dato modo di utilizzare, con ogni garanzia di trasparenza, manodopera occasionale in momenti di maggiore necessità”. Lo sottolinea Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, organizzazione tra le più attive per l’introduzione dell’utilizzo dei voucher in agricoltura (introdotto nel 2008 dall’allora Ministro del Lavoro Cesare Damiano), nei giorni in cui la politica discute sulla loro riforma nel processo di revisione del “Jobs Act”, tra chi vorrebbe rivederli e migliorarli (come il Governo ed il Ministro del Lavoro Poletti, che va verso la loro maggiore tracciabilità), e chi vorrebbe cancellarli perché ritenuti una via per aggirare le norme sul lavoro subordinato (come la Cgil, che sta raccogliendo firme per abrograre in toto la legge). Uno strumento che, è un fatto, è servito negli anni più difficili della crisi, e che ha una sua utilità ma che, ovviamente, non deve in nessun caso rappresentare un sistema per aggirare la legge sul lavoro dipendente.
“Vorrei mettere in evidenza - evidenzia Mario Guidi - che Confagricoltura si è sempre battuta contro il lavoro nero, come testimonia anche l’ultima iniziativa di dotarsi, come Organizzazione, di un codice etico di valori e responsabilità condivise. L’agricoltura, contrariamente ad altri settori, utilizza solo il 2% di questi “buoni lavoro”, che possono essere impiegati solo per pensionati e giovani studenti e in attività stagionali, come raccolte e vendemmia. I voucher sono dunque uno strumento importante che, esclusivamente nel nostro settore, deve osservare limitazioni oggettive e soggettive, a garanzia di un uso corretto. Sarebbe necessario - conclude il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli - diffonderne e incoraggiarne l’impiego su tutto il territorio nazionale”.
Proprio quello dell’agricoltura era il nodo che, ricorda il quotidiano “Corriere della Sera”, aveva bloccato il decreto del Governo sui voucher. Nodo che pare sciolto, con il decreto che, come confermato dallo stesso Poletti, dovrebbe arrivare a giorni. La novità starebbe proprio nella tracciabilità dei voucher, con l’obiettivo di limitare truffe e abusi. L’azienda che li usa avrà l’obbligo di mandare all’Inps un sms o una mail con i dati del lavoratore, la data e il luogo della prestazione, al massimo un’ora prima dell’inizio del lavoro. Nella versione bloccata in Consiglio dei Ministri dal Premier Matteo Renzi, spiega il “Corriere della Sera”, questo limite era più elastico per il settore agricolo. Nel testo che entro la settimana dovrebbe essere approvato, invece, l’agricoltura segue le stesse regole degli altri settori, con sms o mail al massimo un’ora prima dell’inizio del lavoro. Ma conserva una piccola eccezione: nel caso di prestazioni più lunghe, due o tre giorni, il lavoro può slittare al massimo di una settimana in caso di cattivo tempo o altre cause di forza maggiore. Una flessibilità più generosa che però viene bilanciata da altre regole più stringenti che già valgono solo per l’agricoltura: in questo settore i voucher possono essere utilizzati soltanto per far lavorare studenti, pensionati e persone in cassa integrazione.
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