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Consumi in ripresa anche per surgelati, a +0,4% nel 2015 per un valore di 4,5 miliardi di euro, in testa vegetali e pesce. Oltre 24 milioni le famiglie acquirenti, indispensabili per il 60% dei ristoratori. Così l’Istituto Italiano Surgelati (Iias)

Non Solo Vino
Surgelati, consumi in ripresa

Consumi in ripresa per i surgelati nel 2015, con un lieve progresso dello 0,4% tra canale retail e catering. Il valore di mercato è tra i 4,2 ed i 4,5 miliardi di euro, con in testa i segmenti storici del retail, dei vegetali ed ittico; oltre 24 milioni le famiglie acquirenti ed una penetrazione prossima al 97% per una spesa media annuale intorno agli 80 euro (pro-capite sui 13,60 kg). Questi i dati diffusi dal presidente dell’Iias-Istituto italiano alimenti surgelati Vittorio Gagliardi (www.istitutosurgelati.it), nel sottolineare che “si tratta di un confortante risultato che dimostra come i consumatori abbiano ricominciato a spendere. Va detto, comunque, che il settore è stato tra quelli meno penalizzati dalla crisi, un dato che la dice lunga sui loro riconosciuti plus”. Venendo al settore della ristorazione professionale va detto, sottolinea lo Iias, che questo si affida con convinzione al prodotto surgelato come prima scelta, non più in sostituzione del fresco. I consumi di alimenti surgelati, solo nel catering, sono cresciuti di oltre il 25% negli ultimi dieci anni. “Dalla piccola alla grande ristorazione - nota Gagliardi - ritroviamo i cibi “sottozero” come veri e propri protagonisti del piatto, oppure validi ausili. È utile evidenziare che in cucina il surgelato è ormai considerato indispensabile dal 60% dei ristoratori perché non deperisce e permette di non avere scarti in cucina; solo il 2% finisce nei rifiuti contro il 39% del fresco”.
Per le diverse categorie del retail, sottolinea lo Iias, i segmenti dei vegetali mostrano un trend positivo in termini di penetrazione, con i vegetali semplici in crescita (1,5%), i ricettati che balzano del 5% ed i vegetali preparati del 4,2%. La categoria dell’ittico evidenzia, invece, una sostanziale frenata ad eccezione del pesce intero naturale (+2,1%), fermi i primi piatti pronti a cottura breve, così come le pizze ed i prodotti a base di patate che risentono di una forte galoppata nel decennio trascorso; va evidenziato che i due segmenti storici del retail (vegetali ed ittico) totalizzano circa il 60% dei consumi generali. Segnali interessanti giungono dai prodotti etnici (paella, cous cous, sushi e noodle) e dai “free from” che rappresentano in ogni caso, aggiunge lo Iaas, ancora nicchie che potranno sviluppare future positive potenzialità.
Aumenta la fiducia nel “porta a porta” gestito in Italia da un ristrettissimo numero di aziende (due su tutte rappresentano oltre il 90% del mercato); attualmente il “porta a porta” sviluppa il 10% del totale retail e ha fatto registrare nel corso del 2015 un avanzamento del 4-5%. Tra i trend in affermazione, osserva lo Ioas, vi sono i canali del “benessere” e della nutrizione controllata: per le maggiori aziende del settore produrre sempre più cibi sani e ricchi di proprietà nutritive si sta affermando come filosofia aziendale, con l’allargamento dell’area delle referenze pensate per vegetariani e vegani, con un’attenzione particolare per i celiaci.

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