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Renzi celebra Bottura a Palazzo Chigi: “ha vinto senza ballottaggio”. E il Ministro delle Politiche Agricole, Martina, annuncia la “settimana della cucina italiana in novembre”. Lo chef n. 1 al mondo: “ho avuto tutto, ora facciamo cose per gli altri”

Non Solo Vino
Il premier Renzi, con lo chef n. 1 al mondo Bottura e la moglie, e il Ministro Martina

“C’è chi ha vinto senza ballottaggio, e si chiama Massimo Bottura. Io credo che sia un risultato straordinario quello che ha raggiunto diventando il cuoco n. 1 al mondo (della “The World’s 50 Best Restaurants 2016”, ndr) con la sua “Osteria Francescana” di Modena, è la prima volta per l’Italia. Era giusto un momento di riconoscimento istituzionale, anche perché il cibo è cultura, agricoltura, turismo e tanti valori”. Così il premier Matteo Renzi, che ha ospitato Massimo Bottura a Palazzo Chigi, prima di commentare i risultati delle elezioni amministrative di ieri.
“Un risultato straordinario, quello di Bottura - ha aggiunto il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina - che è un riconoscimento per tutta la nostra cultura enogastronomica. E mi piace pensare sia arrivato nella scia di Expo, dove la cucina italiana è stata fondamentale sul dibattito su temi come lo spreco alimentare e così via, e ha raccontato di come gli chef possono essere ambasciatori di questi temi e del nostro Paese. Un riconoscimento che apre nuove frontiere per tante iniziative, dopo Expo, per portare la diplomazia del cibo al centro. Stiamo preparando la settimana della cucina italiana nel mondo per novembre. Ci sarà un programma di primissimo livello nel mondo e Bottura sarà protagonista assoluto ma da qui a novembre ci saranno anche una serie di tappe. Grazie di cuore a lui che ci ha creduto”, ha affermato il Ministro.
“Credo che questo premio non sia solo per me, per la Francescana e per la mia squadra - ha detto Bottura - che ha un ruolo straordinario: siamo un team di 43 ragazzi appassionati per servire 28 persone ogni giorno. Ma è per l’Italia: lo sostengo da anni, non si è mai mangiato così bene in Italia come oggi, da Licata a San Cassiano. Noi che ogni giorno siamo come botteghe rinascimentali, nei nostri ristornati facciamo formazione a ragazzi che vengono da tutto il mondo ad imparare cosa stiamo facendo, da Lima, da Tokyo da New York, e loro diventeranno i nostri ambasciatori nei loro Paesi. Siamo al fianco dei contadini e degli agricoltori, dei pescatori e dei casari: sono loro i veri eroi italiani, che ci danno materie prima straordinarie uniche al mondo che diventano emozioni attraverso i nostri piatti, che siano il soffio del vento di Pantelleria o la nebbia dei portici di Bologna. Parlavamo di turismo: il migliore è quello enogastronomico, è importante, tanti Paesi l’hanno capito e ci stanno investendo, è fondamentale.
E poi parlavamo di cultura: i nostri piatti guardano il passato in chiave critica, non con nostalgia. In Italia ci amano alla follia per i nostri stili di vita, ma per portare l’Italia nel futuro la lasagna della nonna deve diventare emozione, ed è questo che facciamo ogni giorno: prendiamo il meglio del passato, lo spacchiamo e lo ricostruiamo in chiave contemporanea, lo riportiamo nel futuro.
C’è un passaggio fondamentale, parte tutto dalla cultura: la cultura porta la conoscenza, la conoscenza apre la coscienza e porta al senso di responsabilità, quello che facciamo è creare cultura, e la Francescana è l’esempio di cosa può fare un cuoco contemporaneo, che pensa e ha senso di responsabilità, e attraverso il sogno può cambiare la realtà. Lo diceva Enzo Ferrari: se puoi sognarlo puoi farlo. Il Refettorio Ambrosiano di Milano e le altre esperienze che sono nate e stanno nascendo in Italia sono l’emblema di questo, ma bisogna andare oltre. I primi di agosto apriremo a Rio de Janeiro per le Olimpiadi in Brasile, perché il sindaco di Rio ha capito il progetto, e con un video messaggio mi ha mandato un messaggio dicendomi “questo è il tuo spazio, fanne quello che vuoi. Andiamo a far vedere cos’è l’Italia veramente, che cosa tira fuori davanti alle difficoltà. Nella vita ho ricevuto tutto, ora è il momento di restituire: facciamo qualcosa per gli altri”.

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