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C’è chi anche all’estero non rinuncia a mangiare italiano: gli atleti azzurri alle Olimpiadi di Rio che, con l’accordo #Riomangioitaliano tra Coldiretti e Coni, a Casa Italia troveranno un menu made in Italy contro i tarocchi che circolano in Brasile

C’è chi, anche fuori dall’Italia, mangerà vero made in Italy: gli atleti azzurri alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (5-21 agosto), che a Casa Italia, grazie all’accordo #Riomangioitaliano di Coldiretti con il Coni, troveranno un menu “Doc” autenticamente tricolore, a base dei prodotti “primato” dell’agroalimentare italiano, simbolo della Dieta Mediterranea e che hanno permesso all’Italia di conquistare la leadership internazionale per sicurezza, salubrità, qualità e sostenibilità ambientale (dall’olio extravergine a marchio Fdai-Firmato dagli Agricoltori Italiani di Unaprol al Grana Padano, passando per il pomodoro Pomì e Bonifiche Ferraresi, l’azienda agricola più grande d’Italia).
Non a caso, visto che le Olimpiadi, secondo l’allarme lanciato oggi a Roma dalla Coldiretti in Assemblea nazionale e alla presenza del presidente Coni Giovanni Malagò, rischiano di essere un palcoscenico mondiale per i prodotti made in Italy taroccati dei quali il Brasile è un grande produttore, dal Parmesao alla pomarola fino al salame Milano tutto carioca, alimentando il pesante fenomeno dell’Italian sounding che vale 60 miliardi di euro nel mondo, quasi il doppio delle esportazioni dei prodotti originali che pure, nel 2015, hanno raggiunto la cifra record di 36,9 miliardi di euro.
Un inganno in cui, purtroppo, rischiano di cadere anche le centinaia di migliaia di tifosi che da tutto il mondo arriveranno in Brasile per seguire le Olimpiadi, provocando un grave danno economico e di immagine alla produzione made in Italy.

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