Chef di successo mondiale, personaggio televisivo e, soprattutto, ideatore e promotore di un cambiamento per certi versi epocale nell’alimentazione dei bambini e nella ristorazione scolastica in Uk, tra i Paesi del mondo dove il problema dell’obesità infantile è più evidente: ecco Jamie Oliver, da anni impegnato in una battaglia globale per diffondere la cultura della sana alimentazione. I cui metodi, a quante pare, funzionano, come conferma anche una ricerca condotta dalla “School of Food Science & Nutrition” dell’Università di Leeds, condotta da Janet Cade. Secondo cui l’approccio alimentare proposto da Oliver, una sorta di “back-to-basics” (“ritorno alle origini”) ha influenzato molto positivamente le abitudini alimentari di chi lo segue.
I partecipanti vengono infatti invitati ad aumentare notevolmente la loro assunzione di frutta e verdura, a dimezzare la quantità di snack e a imparare nuove modalità di cottura. “Questi cambiamenti positivi emersi subito dopo il corso aumentano ulteriormente 6 mesi dopo il corso - ha assicurato Cade - E quando abbiamo analizzato i risultati per sesso abbiamo scoperto che sono gli uomini a giovare dei migliori risultati”.
Oliver ha lanciato i suoi corsi dal titolo “Ministry of Food” nel 2008, affermando di voler ispirare la nazione a preparare cibo gustoso, sano e nutriente qualunque fosse il budget a disposizione. Attualmente ci sono quattro centri indipendenti “MoF” nel Regno Unito, oltre a corsi di sensibilizzazione in Australia e negli Stati Uniti. Ora lo studio scientifico, pubblicato sulla rivista “Public Health Nutrition”, promuove questo metodo con ricerche effettuate su quasi 800 persone che hanno partecipato a corsi “MoF” tra il 2010 e il 2014.
Per esempio, si è scoperto che chi li segue aumenta il numero di porzioni di frutta e verdura consumate da 2,7 a 3,4. E quando 500 dei partecipanti sono stati intervistati 6 mesi più tardi, il numero medio di porzioni di frutta e verdura consumate tutti i giorni era aumentato ancora di più, a 4,1. La quantità di snack è scesa da 2 al giorno a 1,7 e 6 mesi dopo era arrivata a 1,1.
“Per me - ha spiegato Jamie Oliver - il “Ministry of Food” è la possibilità di dare alle persone la conoscenza e la fiducia necessaria per sfamare se stessi e le loro famiglie in un modo migliore. La bellezza di questo progetto è poi la gente aiuta anche gli altri a creare cibo delizioso, fresco e nutriente, che non costa una fortuna. Questo importante studio dimostra che insegnare alle persone a cucinare funziona davvero e fa una grande differenza”.
Soprattutto se si comincia a farlo con i bambini: “penso che la scuola - ha dichiarato lo stesso Oliver a WineNews (http://goo.gl/vMkOhz) - sia un posto fantastico per cominciare ad educare i bambini al cibo, te lo dico da genitore di quatto figli. La cosa più bella che tu possa fare è divertirti con il cibo, perché il cibo è divertimento, non c’è niente di cui essere spaventati. Quello che vorremmo fare, sia a scuola che a casa, è far ispirare i bambini dal cibo, far capire loro da dove viene, che effetti ha sul corpo. Il compito che spetta a genitori e Governo è quello di far sì che i bambini da subito facciano le scelte giuste in materia di alimentazione”.
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